Dopo mesi di silenzio assoluto nei quali il Consiglio Comunale non è mai stato coinvolto, arriva nei giorni scorsi l’appello del capogruppo PD a “intraprendere un percorso congiunto che porti a un documento condiviso sulla permanenza della Caserma”, cui Nonantola Progetto 2030ha risposto positivamente. Ma con nostra sorpresa stamattina sui giornali la Sindaca puntualizza che nell’interlocuzione con la Prefettura e i Carabinieri “ci può sedere una maggioranza democraticamente eletta” e che la minoranza “non può dialogare direttamente con Prefettura e Arma”.
Queste affermazioni rivelano una visione distorta e dal sapore autoritario del dialogo fra i soggetti (tutti rigorosamente eletti) che siedono in Consiglio Comunale e una scarsa conoscenza e rispetto dei ruoli istituzionali. Ci è ben chiaro che al tavolo con la Prefettura siede il Sindaco (stia tranquilla la nostra prima cittadina), ma ci è altrettanto chiaro che chi vi parteciperà ci andrà con un mandato e noi avevamo inteso che l'appello del capogruppo PD riguardasse appunto la definizione del mandato.
Per noi il problema della chiusura della caserma è serio e all'incontro tra i capigruppo, se sarà confermato, daremo il nostro contributo per risolvere il problema, anche se le dichiarazioni fatte ci lasciano alquanto disorientati. Chiediamo quindi che nei rapporti fra la maggioranza e la Sindacasi faccia chiarezza sulla natura del percorso congiunto che si intende intraprendere, perché se da un lato si fanno appelli all’unità, dall’altra si chiude al dialogo e, nel frattempo, la situazione – finora gestita sempre dall’Amministrazione – precipita.
In queste ore girano sui social appelli da parte della maggioranza che chiedono a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale di fare fronte comune per risolvere la questione della possibile chiusura della caserma dei Carabinieri e della sua trasformazione in un front-office in via Natale Bruni, ricavato da un immobile sequestrato alla criminalità organizzata.
Quello dell'incombente sfratto dei Carabinieri dall'attuale (oramai ex-) caserma di via Salvo D'Acquisto è un problema aperto da quasi un decennio. La "soluzione" individuata dall'attuale Amministrazione era quella di consentire al proprietario di ristrutturare e ampliare l'immobile a fronte di un adeguamento del canone di affitto. Come avevamo già detto nel 2018, l'accordo aveva troppi margini di incertezza e rischiava di avere come unico risultato quello di spostare in avanti il problema della collocazione definitiva della caserma. La finalizzazione di quel nebuloso accordo sarebbe dovuto avvenire con l'approvazione di una variante urbanistica nel febbraio 2020, ma a sorpresa, in Consiglio comunale il punto riguardante la caserma venne stralciato "per mancanza dei presupposti per l'approvazione". Lo sfratto esecutivo notificato oggi ai Carabinieri conferma, nei fatti, i nostri dubbi di allora.
Di fronte ad una situazione che è palesemente precipitata (la caserma in un camper a Nonantola non si era mai vista prima, neanche in occasione del terremoto) dalla maggioranza arriva un appello pubblico all'unità per "raggiungere insieme obiettivi importanti per la comunità". Noi sul tema del mantenimento della caserma sul territorio c'eravamo prima e ci siamo anche adesso, ma non ci si faccia la paternale sulla collaborazione o sull'importanza del tema. Ognuno si assuma le responsabilità delle scelte fatte e di cosa invece non sia stato fatto.
Rispetto alla presenza di una caserma dei Carabinieri, Nonantola Progetto 2030 ribadisce la necessità di mantenere un presidio locale, inserito organicamente nel quadro dell’Unione del Sorbara, per garantire a tutti i cittadini sicurezza e legalità. Pertanto proponiamo l’apertura di un tavolo permanente con la Prefettura, l’Amministrazione e il Consiglio Comunale che, affrontando in maniera efficace e duratura sia la questione della collocazione della caserma, sia la questione della ripartizione degli oneri fra i vari soggetti, si confronti nei termini di un rinnovato accordo sull’immobile di via Salvo D’Acquisto ovvero, in caso contrario, nell’individuazione di un’alternativa adatta ad ospitare a Nonantola una caserma e non un semplice front-office aperto solo in determinati orari.
Il ruolo delle Stazioni e dei suoi comandanti va ben oltre lo svolgimento delle attività primarie di polizia. Esso si sostanzia in un rapporto di conoscenza diretta e reciproca con il cittadino che richiama una vera e propria funzione di “rassicurazione sociale”. I Carabinieri della Stazione non “prestano servizio” in un Comune, gli “appartengono” e ne costituiscono un punto di riferimento sociale ed umano oltre che professionale. Ad essi ci si affida per ricevere un parere autorevole sulle questioni più disparate, per un consiglio o un aiuto.