In questi giorni, dopo la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti della Sindaca da parte di sette consiglieri comunali, abbiamo ascoltato e letto con grande attenzione le reazioni di Sindaca e PD che, da soli, non detengono più la maggioranza in Consiglio comunale. In particolare, abbiamo assistito al rilancio di alcuni concetti chiave del pensiero e delle categorie politiche della Sindaca, ossia:
- il Consiglio Comunale serve a poco, contano Sindaco e Giunta (scelta ovviamente dal Sindaco), tuttalpiù i consiglieri comunali possono essere informati a cose fatte e decise in altri luoghi, mentre gli assessori che abbiano qualche dissenso su scelte e modalità di lavoro, possono anche dimettersi (come accaduto);
- riappare con forza la categoria del tradimento, rivolta a chi dissente e l'accusa di irresponsabilità a chi critica il suo operato, invece di mettere in gioco ascolto, capacità di sintesi, valorizzazione del pensiero critico. Ogni opinione diversa viene catalogata come attacco personale, o peggio, immaginata come causa dell'immobilismo che ha caratterizzato questa legislatura;
- il Commissario, che andrebbe a sostituire il Sindaco sfiduciato fino a nuove elezioni, sarebbe una figura non democratica, retaggio di passati regimi.
Di fronte a queste dichiarazioni siamo sconcertati e sconfortati, perché nemmeno lo sfaldarsi della sua maggioranza, nemmeno di fronte ad un gesto forte ed estremo come quello messo in atto dalla metà dei consiglieri di area progressista, la Sindaca e il PD non vengono minimamente sfiorati dal dubbio che qualcosa sia andato storto, che qualcosa debba essere cambiato nel modo di governare e nelle scelte che vengono fatte. Solo irresponsabilità di chi pone i problemi, mentre non c'è nessuna presa di coscienza da parte di chi si è perso la maggioranza per strada. Si è sfaldata la maggioranza che si è presentata alle elezioni sulla base di un programma comune, si sono persi due assessori, eppure la Sindaca e il PD hanno fatto spallucce dicendo che il problema era personale e che sono sempre pronti ad offrire nuovi posti in giunta, purché si accetti la linea dell'esecutivo.
Oggi Sindaca e PD vogliono farci credere che il commissario bloccherebbe tutto, tralasciando di dire che il Commissario è una figura istituzionale prevista dall’ordinamento degli enti locali, nominata nei casi in cui le amministrazioni perdano la maggioranza numerica, per consentire il normale funzionamento del Comune fino a nuove elezioni. Come possiamo credere al racconto “che tutto si blocca” quando la realtà è questa:
- il Municipio e il polo culturale sono fermi dal 2012;
- il Piano Urbanistico Generale è in ballo dal 2014;
- la ciclabile per Modena è ancora un segno sulla carta;
- il progetto di una nuova caserma dei Carabinieri è, allo stato attuale, un puro sogno;
- la sanità territoriale, nonostante la pandemia, è rimasta al palo;
- la rigenerazione del centro storico non dà segnali di vita;
- il problema della mobilità verso Modena è tuttora un grosso peso a carico di tutti i cittadini e contribuisce negativamente alla già pessima qualità dell’aria;
- i cittadini alluvionati sono ancora in attesa dei rimborsi.
Eppure Nonantola non aveva un commissario, ma un Sindaco in carica e una maggioranza quantitativamente solida entrata in crisi nel giro di un anno. La diversa visione del territorio e delle sue emergenze e soprattutto l’eccessivo verticismo del Sindaco ha, come riportato nella mozione di sfiducia, “prodotto fragilità progettuale, frammentazione delle azioni e assenza di una visione lungimirante e sostenibile del territorio”. Queste sono le vere cause dei ritardi sopra elencati.
Non solo, se guardiamo ai nuovi insediamenti (fatti e/o progettati) ci accorgiamo che Nonantola, in questi anni, è diventata appetibile a forze economiche internazionali: nuovo supermercato (Conad - E.Leclerc); nuova CRA a Casette (Sereni Orizzonti Holding SpA che opera in Italia, Spagna, Germania); PIP Gazzate (30% O&N Group, multinazionale francese con sedi in India, Pakistan e Cina e 70% DSV Global Transport and Logistics, colosso danese della logistica), una dinamica certo frutto dell’andamento economico dominante, ma che l’Amministrazione locale non ha saputo (o voluto?) governare, non avendone gli strumenti (e qui la mancanza di un Ente come la Provincia si fa sentire drammaticamente), né tanto meno la volontà di perseguire il bene comune e l’interesse collettivo. Oggi il Comune di Nonantola è “una scatola chiusa”, dove il cittadino più debole si trova spesso disorientato, svantaggiato ed escluso, mentre le forze di mercato più forti trovano terreno fertile e accessi privilegiati. Vediamo un’allarmante diffusione della fragilità sociale, economica e ambientale e un’altrettanto allarmante mancanza di dialogo con i cittadini.
Vogliamo essere chiari: noi di Nonantola Progetto 2030, pur collocandoci nell'area progressista, non abbiamo sostenuto l’attuale Sindaca, memori dell'esperienza negativa fatta nella precedente legislatura. Ciononostante, abbiamo sempre cercato di dare un contributo concreto alla soluzione dei problemi. Anche negli ultimi mesi non ci siamo sottratti a questo impegno, ma mentre lavoravamo con PD e Una mano per Nonantola per cercare di mettere insieme i cocci di un vaso rottosi da tempo, c'era chi rendeva impraticabile la ricucitura, lanciandosi in modo irresponsabile e in solitaria (come sempre) in nuove avventure divisive come quelle sul PIP Gazzate, tenendo all'oscuro fino all’ultimo un po' tutti e rendendo impossibile ogni interlocuzione positiva.
Di fronte a tutto ciò siamo noi amareggiati e delusi:
- dalla chiusura del confronto avvenuto non in astratto, ma nei fatti;
- dall'incapacità dimostrata di tenere insieme una maggioranza;
- dall'insipienza con la quale si evita di affrontare i problemi e dalla tendenza a ricercare colpe esterne o responsabilità pregresse (ancora? dopo otto anni di governo?);
- da un'arroganza, forse nemmeno percepita, che colloca possibili alleati e livelli istituzionali (Consiglio comunale) ai margini dei processi decisionali, salvo poi stracciarsi le vesti se salta tutto.
Nonantola Progetto 2030 ha lavorato sia per costruire un fronte comune con le forze progressiste presenti in Consiglio (Una mano per Nonantola, Movimento 5 Stelle, Nonantola Libera), sia per cercare di avere risposte politico-programmatiche ai tanti problemi del nostro Comune aderendo ad un tavolo/laboratorio programmatico proposto da PD e Una mano per Nonantola. Il rifiuto di sospendere i progetti urbanistici più divisivi espresso di fatto a questo tavolo dalla Sindaca ci ha spinti ad allargare il dibattito ai cittadini con la costituzione di un Coordinamento per lo sviluppo sostenibile insieme alle forze progressiste e ambientaliste di Nonantola per chiedere il cambio delle politiche urbanistiche e l’avvio di un effettivo percorso di transizione ecologica. Non ricevendo risposta alcuna alla lettera aperta inviata alle istituzioni, con i consiglieri di Una mano per Nonantola, Movimento 5 Stelle e Nonantola Libera abbiamo assunto la decisione difficile, sofferta, di chiedere le dimissioni della Sindaca. Un gesto estremo, certo, ma anche un segnale estremo, che invece di essere colto ha visto la riproposizione del vecchio schemino: “se volete, un posto in giunta c’è e così avrete informazioni (forse)”, insieme agli attacchi personali verso chi originariamente era in maggioranza e oggi osa sfiduciarla. Ancora una volta siamo al dileggio e non al rispetto che merita il travaglio di una lista civica (Una mano per Nonantola che, ricordiamo, è stata determinante per l’elezione al primo turno della Sindaca) dettato non da mire personali, tanto che dice no all’assessorato fine a sé stesso, ma da profonde convinzioni di cambiamento sociale e di sostenibilità ambientale.
Nella Lettera aperta per uno sviluppo urbanistico sostenibile del territorio, riferendosi ai due insediamenti PIP Gazzate e Consolata, i firmatari invitavano il Comune ad intervenire affinché le trasformazioni del territorio fossero conformi alle norme di sicurezza (entrambi i progetti insistono su aree a rischio idraulico) e non impattassero sulla mobilità locale e intercomunale, per cui si sollecitava a “non procedere con l’insediamento di nuove attività economiche ad elevato impatto ambientale, prima della formazione del nuovo Piano Urbanistico Generale”. L’elaborazione del PUG deve essere l’occasione per pianificare uno sviluppo sostenibile e non una presa d’atto di trasformazioni già avvenute: questo avevamo chiesto insieme a Una mano per Nonantola, Movimento 5 Stelle, Nonantola Libera, Legambiente, FIAB e tante altre associazioni, ricevendo solo dei no.
Non è così che si risponde a chi vuole un Consiglio comunale dialogante. Per questo riteniamo necessario fermare il declino democratico di un’istituzione oggi chiusa ed esclusiva, che invece un largo schieramento vorrebbe trasparente e aperta ai cittadini. Con la mozione di sfiducia abbiamo assunto una decisione grave, certo, ma non irresponsabile, che vuole cambiare il modo di governare e intendere le istituzioni a Nonantola, oggi stressate da un'interpretazione verticistica e personalistica.
Questo è parlare chiaro. Complimenti. Speriamo in una evoluzione positiva specialmente per 'tutti' i cittadini anche per quelli che sfortunatamente non hanno capito nulla!
Tutte argomentazioni che io ritengo giuste e concrete, ma ritengo sarebbe
chiarificatrice un assemblea pubblica con tutti i protagonisti, perché il cittadino che non segue non capisce, essendo legato al partito, le varie associazioni forse temono il non contributo, il resto non gl'interessa sono minimo 20 anni che va avanti così.
Non sono un cittadino di Nonantola ,ma appartengo all'unione deicomuni dicui fa parte.Conosco in parte le problematiche anche per avere parenti acquisito che abitano a Nonantola.
Condivido tutte le considerazioni che sono contenute nella lettera aperta,pur ammettendoanche per esperienza personale che con la modifica avvenuta nel sistema elettorale ,attualmente le funzioni del Consglio comunale sono PURTROPPO di mera ratifica di decisioni gia prese a livello di giunta,ma nelle maggior parte dei casi da sindaco e dal gruppo di appartenenza.