Non comprendiamo bene se l’intervento sulla stampa locale di alcuni consiglieri comunali di Forza Italia sia di autotutela o “terroristico” nei confronti di chi abbia l’intenzione di votare contro la realizzazione del Polo logistico delle Gazzate. Non comprendiamo nemmeno perché Forza Italia offra il suo soccorso a quella parte di PD che appoggia la realizzazione di questo devastante progetto. Ciò che è evidente e sconcertante è il pasticciaccio brutto nel quale la Sindaca ha cacciato il Comune di Nonantola: una gestione insipiente ed arrogante arrivata al punto di tenere sottotraccia procedure e scelte amministrative che solo il provvidenziale intervento da prima di Nonantola Progetto 2030, poi insieme ai gruppi consigliari del Movimento 5 Stelle, Nonantola Libera e Una mano per Nonantola e undici associazioni del territorio, hanno reso trasparente e pubblico.
Ecco alcune domande che abbiamo posto più volte alla Sindaca, rimaste purtroppo senza risposta: perché dal maggio 2018 a oggi, data in cui è iniziata l’interlocuzione fra il proprietario dell’area (il Consorzio Attività Produttive, ente pubblico cui il Comune di Nonantola è socio) e l’investitore privato, l’Amministrazione comunale non ha ritenuto di consultare i cittadini sull’opportunità di realizzare un progetto che avrà un forte impatto sulla mobilità verso Modena e sul consumo di suolo? perché a settembre del 2021 è stato firmato un accordo di prevendita, con versamento di una consistente caparra da parte del privato, senza chiedere al Consiglio comunale un parere preventivo? perché il Consiglio comunale, che si troverà a prendere una decisione su un polo logistico da quasi 150 mila mq (una delle più grandi varianti al piano regolatore dal dopoguerra a oggi) è stato informato del progetto solo a gennaio 2022?
Tranquillizziamo il consigliere Platis ricordandogli che in Italia è ancora in vigore la Costituzione repubblicana, che all’Art. 41 tutela l’iniziativa economica sia pubblica che privata, e sancisce che essa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. La legge assegna ai consiglieri comunali il compito di indirizzare e coordinare le scelte urbanistiche a fini sociali e ambientali. Va da sé che tale funzione va svolta in piena libertà e trasparenza, senza subire la pressione del ricatto. Il Consiglio comunale non è tenuto a recepire opachi accordi presi fra altri soggetti, a maggior ragione se contrari alle politiche di sostenibilità ambientale. Se c’è un soggetto che dovrebbe dare spiegazioni sulla cattiva gestione di questo progetto, sui maldestri tentativi di forzatura e sulle promesse fatte, questo è la Giunta comunale, presieduta dal Sindaco, non certo il Consiglio comunale, cioè l’organo di rappresentanza e controllo dei cittadini, che nonostante le ripetute richieste, non è ancora stato messo nelle condizioni di potersi esprimere su una questione di sua competenza.