Nei giorni scorsi, l'Amministrazione comunale, per voce dell'Assessore all'Urbanistica Piffero, ha lamentato il fatto che sul progetto Consolata — la nuova edificazione che nascerà alle porte di Nonantola e che sottrarrà 87 mila metri quadri di terreno all'uso agricolo — l'Amministrazione ha dovuto "fare i conti con diritti già acquisiti da parte dei soggetti attuatori".
È vero che la scelta viene da lontano e che ogni Amministrazione, da quasi mezzo secolo a questa parte, ha dovuto confrontarsi con quella decisione scellerata, ma nessuna Amministrazione, prima di oggi, ha mai pensato di insediare in quell'area delle funzioni produttive. La decisione di dedicare fino al 50% della superficie utile del comparto alla costruzione di capannoni o altre funzioni produttive, a nostro avviso distorsiva della buona urbanistica, è stata assunta da questa Amministrazione e di tale decisione è unica responsabile.
Quello che chiediamo all'Amministrazione è uno sforzo per migliorare la qualità complessiva del progetto, che si otterrebbe semplicemente spostando le previsioni produttive del Consolata sul terreno di proprietà del Comune nel vicino quartiere artigianale delle Gazzate e, allo stesso tempo, vincolare i terreni liberati del Consolata all'uso boschivo o agricolo, riducendo le aree impattate dalle nuove edificazioni.
Il Consiglio Comunale dello scorso 25 giugno ha adottato una variante al Piano Regolatore Generale in località “Fondo Consolata” su un’area di oltre 87 mila mq attualmente ad uso agricolo che sarà trasformata in terreno edificabile. Il nostro Gruppo Consigliare Nonantola Progetto 2030 ha espresso il suo voto contrario perché la proposta introduce modifiche distorsive della buona urbanistica non compensate dalla riduzione della superficie territoriale. Ci riferiamo in particolare alla possibilità di ospitare funzioni produttive per una quota fino al 50% della superficie edificabile, cioè oltre 10 mila mq, funzioni mai previste prima d’oggi in quel comparto. In un precedente comunicato abbiamo definito il progetto Consolata un’espansione urbanistica “fuori contesto storico, economico e culturale” come può esserlo un progetto “datato”, nato negli anni ’70 su presupposti che oggi non ci sono più, ma che, in forza di leggi – nazionali e regionali – e di un Piano Regolatore risalente oramai al 1997, ha determinato diritti edificatori difficilmente sindacabili. A partire da un’idea di paese che non cresca in quantità, ma in qualità e dove il bene comune rappresentato dal territorio si concili comunque con gli interessi costituiti, abbiamo formulato una soluzione più vantaggiosa per il nostro territorio. Presentiamo qui la nostra proposta, con l’intento di aprirla al dibattito pubblico, nella convinzione che una modifica migliorativa rispetto a quanto approvato in Consiglio Comunale sia ancora possibile.
La storia recente del Fondo Consolata
Prima di entrare nel merito della nostra proposta è necessario analizzare la storia urbanistica del Fondo Consolata dell'ultimo decennio. Il Fondo Consolata riguarda un’area complessiva di oltre 160 mila mq (vedi Figura 1) formata da due porzioni territoriali, una esterna alla tangenziale confinante con il lato in direzione Modena e con la via Nonantolana e una interna alla tangenziale, compresa fra il lato in direzione Bologna e via Gazzate. La prima area è ora utilizzata quasi interamente ad uso agricolo, con una piccola parte occupata da un distributore di carburanti con accesso sulla via Nonantolana. Su una parte di quest’area, sul lato sud-ovest, nel corso degli anni si è formato spontaneamente un bosco spontaneo. La seconda area, di circa 20 mila mq, indicata con una linea gialla, è un relitto risultante dal frazionamento del Fondo Consolata che è stato ceduto al Comune dagli stessi proprietari con un accordo territoriale precedente per la realizzazione della tangenziale.
Per il Fondo Consolata il Piano Regolatore vigente, con un Piano Particolareggiato approvato nel 2009 e perfezionato nel 2010 prevede:
l’edificazione di 41 mila mq di insediamenti
commerciali e ricettivi sulle due aree esterne alla tangenziale, occupando una
superficie territoriale di 95 mila mq;
la cessione al Comune di una parte del bosco
spontaneo e di un’area sul lato nord-est del comparto, destinata a verde
pubblico, per un totale di 46 mila mq;
lo spostamento di una superficie residenziale
nella zona di via Rebecchi, inizialmente prevista sul Fondo Consolata,
considerata incompatibile con la destinazione a uso commerciale-direzionale del
comparto e quindi incongrua dal punto di vista urbanistico.
Negli anni successivi, l'eccessiva cubatura del progetto, unita alla crisi economica sopraggiunta a partire dal 2008 hanno di fatto bloccato ogni edificazione sul Fondo Consolata e indotto i proprietari a ripensare al piano degli investimenti, aprendo un'interlocuzione con l'Amministrazione iniziata all'incirca nel 2014 e conclusa nei mesi scorsi che ha portato a una sostanziale modifica del Piano Particolareggiato del 2009-2010.
La variante adottata dal Consiglio Comunale
La variante adottata lo scorso
25 giugno, mostrata sinteticamente in Figura 2, prevede infatti:
una leggera riduzione della superficie edificabile sottratta all'uso agricolo (si passa dai 95 mila mq a circa 87 mila mq di superficie territoriale);
una sostanziale riduzione dell'edificato (che passa da 41 mila mq a poco meno di 21 mila mq di superficie utile)
la cessione al Comune dell'intera area attualmente occupata dal bosco spontaneo, passando dai 46 mila mq del precedente progetto ai 54 mila mq attuali di verde pubblico;
vengono confermate le funzioni commerciali di tipo alimentare, le funzioni commerciali generiche, le funzioni ricettive (con la possibilità di elevare un hotel da sei piani + piano terra), i pubblici esercizi, il distributore di carburanti;
viene data la possibilità di ospitare funzioni produttive per una quota che va dal 30% al 50% della superficie edificabile, cioè fino a oltre 10 mila mq di edificazioni di tipo produttivo (capannoni) su un’area di grande pregio ambientale, funzione mai prevista prima d’oggi in questo comparto.
Se la variante sarà approvata – per legge il passaggio definitivo deve avvenire almeno 60 giorni dopo l'adozione e richiederà un secondo voto in Consiglio Comunale dopo il recepimento delle osservazioni da parte dei cittadini – i proprietari potranno presentare un nuovo Piano Particolareggiato, cioè una proposta dettagliata di utilizzo delle aree che comprende la suddivisione in lotti, le tipologie edilizie, la rete viaria, ecc. per poi iniziare a costruire. Anche se dovremo aspettare il Piano Particolareggiato per farci un'idea precisa della trasformazione che subirà il nostro territorio, alcuni elementi sono già stabiliti fin d'ora: alle porte di Nonantola si formerà un grande insediamento urbanistico, disomogeneo dal punto di vista delle destinazioni d'uso, che ospiterà funzioni miste commerciali, ricettive, direzionali e in buona parte produttive. Una situazione certamente favorevole per chi deve vendere i lotti, ma assolutamente contraria alla buona pratica urbanistica che mira a tenere separate le destinazioni d’uso incompatibili fra loro e a ridurre l’uso di suolo agricolo. È nostra convinzione che il nuovo Piano Particolareggiato non potrà migliorare una previsione urbanistica viziata a monte, per cui occorra ripensare adesso a una più razionale programmazione delle destinazioni d’uso, prima dell’approvazione definitiva della variante.
La nostra proposta
La nostra proposta parte da tre
presupposti urbanistici legati da un'idea di paese compatto e sostenibile:
pianificare le nuove urbanizzazioni secondo il principio delle zone omogenee come destinazione d’uso, evitando di affiancare nello stesso comparto funzioni diverse (produttive / commerciali / ricettive) che generano flussi e dinamiche diseguali;
ridurre il più possibile l’uso di suolo agricolo, trasferendo il massimo della capacità edificatoria su aree già destinate a ospitare quelle funzioni;
valutare senza pregiudizi se le scelte urbanistiche fatte in passato possano o meno essere ancora attuali e valide oggi.
Proponiamo pertanto che tutta la superficie produttiva prevista sul Fondo Consolata sia spostata sull’area “relitto” a est della tangenziale, riducendo allo stesso tempo la superficie territoriale del comparto a ovest della tangenziale stessa. Il relitto, di proprietà del Comune in virtù della variante del 2009/10 sul medesimo piano particolareggiato, è di fatto un’area di completamento del quartiere artigianale Gazzate, che con poche opere di urbanizzazione aggiuntive consentirebbe di ospitare in maniera coerente le attività produttive proposte e allo stesso tempo di mantenere terreno più vocato all’uso agricolo. Il terreno liberato potrebbe a sua volta essere destinato ad ampliare il bosco esistente che, circondando un comparto commerciale-direzionale meno esteso, ne ridurrebbe l’impatto urbanistico (vedi area indicata con una linea verde in Figura 3). Il Comune ha la possibilità di stabilire l’indice di edificabilità del relitto e quindi ha in mano la leva che governa il trasferimento di edificabilità dalla zona agricola alla zona artigianale e che noi pensiamo di esercitare il più possibile e in modo omogeneo rispetto al resto del quartiere artigianale delle Gazzate.
Liberata l’area esterna alla
tangenziale dalle incongrue funzioni produttive, si potrebbe pensare anche a un
riordino delle rimanenti funzioni. Pensiamo per esempio:
al distributore di carburanti, che potrebbe essere ampliato e ristrutturato come una vera e propria area di sosta e servizio, eventualmente con vendita di biocarburanti;
a chiudere l’attuale accesso al distributore dalla via Nonantolana, divenuto incongruo dopo la realizzazione della tangenziale e oramai pericoloso. L’ingresso dell’area di servizio verrebbe ricavata dalla viabilità interna al comparto, con accesso dalla rotonda Gazzate;
a mantenere nella pianificazione una fascia di rispetto di almeno 15 metri per progetti di mobilità sostenibile e per la riqualificazione della via Nonantolana.
Per quanto riguarda le funzioni ricettive previste sul comparto, pensiamo che l’altezza massima consentita (21 metri, cioè sei piani più il piano terra) debba essere sostanzialmente rivista al ribasso. Noi pensiamo che per le strutture ricettive l’esempio da seguire sia quello francese, ovvero motel a due/tre piani con annesso ristorante e integrato con strutture di servizi alla persona come centri benessere o spa. Riteniamo anche che la superficie destinata a strutture commerciali di tipo alimentare andrebbe diminuita perché l’esperienza della pandemia ci ha insegnato che esse dovrebbero essere realizzate su aree prossime al centro abitato.
Nonantola città dei boschi
Lo spostamento delle funzioni produttive riporterebbe omogeneità urbanistica, sia perché insisterebbe su un'area cosiddetta “di completamento” già vocata a quella funzione, sia perché consentirebbe di indirizzare l'(eventuale) urbanizzazione a funzioni collaterali e integrate con la zona artigianale contigua e con un tracciato viario che alleggerisce il carico sul paese. Infine, l'idea del bosco nella zona ovest del territorio comunale costituirebbe un richiamo al bosco della zona est (bosco della Partecipanza) posto al termine della tangenziale, che prefigura una sorta di tracciato naturalistico al cui interno è racchiuso anche il bosco centrale (Parco della Pace), segna fisicamente i limiti territoriali di Nonantola e la caratterizza come “Paese dei boschi”. Un’ idea questa che potrebbe permeare il futuro Piano Urbanistico Generale, costruendo le necessarie ricuciture ecologiche fra territorio urbanizzato e aree verdi e naturalistiche, dove il futuro bosco “Consolata” potrebbe estendersi ulteriormente e connettersi con l'area arginale del fiume Panaro.
Un'ipotesi aperta al contributo di cittadini e associazioni
Consideriamo la nostra proposta come un'ipotesi di lavoro, aperta ai suggerimenti, osservazioni, commenti o altre proposte provenienti da singoli cittadini o associazioni. Chiunque voglia esprimere un contributo, lo può fare aggiungendo un post-it sulla nostra bacheca, inviando un messaggio email a nonantolaprogetto2030@gmail.com, sulla nostra pagina Facebook, oppure di persona presso la nostra sede di piazza Liberazione n. 2, aperta giovedì e sabato mattina, dalle 10 alle 12.
Il prossimo giovedì 25 giugno al Consiglio Comunale di Nonantola sarà chiesto di decidere se adottare o respingere una variante urbanistica al Piano Regolatore Generale relativa al “Fondo Consolata”, chiesta dai proprietari dei terreni a inizio dicembre 2019 ed elaborata successivamente dall’Amministrazione comunale. La variante interessa quell’area verde esterna alla tangenziale che, provenendo da Navicello, si incontra alle porte di Nonantola subito prima della rotonda di ingresso alla tangenziale, sulla sinistra, alle spalle del distributore di carburanti. Un’area a ridosso del fiume Panaro di grande pregio ambientale, attualmente agricola, che ha visto con gli anni l’estendersi di un piccolo bosco rurale spontaneo.
Si tratta di una proposta di urbanizzazione che nasce negli anni ’80, con previsioni volumetriche enormi che nel tempo si sono – per fortuna! – ridotte, fino alla penultima variante dell’aprile 2009 che, data la sua valenza sovracomunale, inseriva il progetto Consolata all’interno del Piano Provinciale degli Insediamenti Commerciali (POIC). Il progetto prevedeva il consumo di quasi 95 mila mq di terreno per la realizzazione di insediamenti commerciali (inclusi 3 mila mq di alimentare), ricettivi (un hotel a sei piani) e residenziali (questi ultimi spostati in via Rebecchi con una ulteriore variante del 2010) per un totale di oltre 41 mila mq di superficie utile edificata. Un progetto ridotto rispetto alle previsioni iniziali, ma pur sempre mastodontico, pesantissimo dal punto di vista del consumo di suolo, che la crisi economica iniziata nel 2008 ha reso irrealizzabile dal punto di vista finanziario.
Proprio l’improponibilità economica del progetto, a fronte dell’esaurimento delle spinte espansive degli anni ‘80 e ‘90 e alcune condizioni urbanistiche introdotte dalla Provincia di Modena (per esempio il rispetto dell’area boschiva naturale e il limite alla superficie di vendita di generi alimentari), hanno indotto i proprietari (due società immobiliari, di cui una in cattive acque finanziarie), anche su pressione del Comune di Nonantola, a ridurre la dimensione edificabile (e quindi dei capitali da investire) per poter recuperare almeno una parte delle spese fin qui sostenute prima della scadenza dei diritti edificatori che avverrebbe nel 2024. La nuova variante prevede infatti un diverso perimetro del comparto (che si sposta poco più a nord-est rispetto all’originale), una superficie territoriale leggermente inferiore (87 mila mq) ed una consistente riduzione degli indici di urbanizzazione che porta quasi al dimezzamento delle previsioni edificatorie del 2009. Cambiano anche le destinazioni d’uso delle aree dove, oltre alle funzioni commerciali e ricettive già previste, si introduce anche la possibilità di edificare aree produttive fino al 50% della superficie utile.
Alla luce dei cambiamenti intervenuti nel tessuto economico, sia locale che provinciale, e della maggiore sensibilità alla limitazione del consumo di suolo, il Gruppo Consigliare Nonantola Progetto 2030, pur valutando positivamente la riduzione delle previsioni edificatorie sul Fondo Consolata, giudica incongruo il persistere della previsione di funzioni commerciali, specialmente quelle alimentari, su un’area così lontana dal paese, anche perché si trova a ridosso di un nodo viario (Navicello) estremamente problematico e piuttosto lontano da una possibile soluzione. Riteniamo infatti quantomeno schizofrenico teorizzare sull’esigenza di una mobilità alternativa all’automobile e allo stesso tempo sostenere operazioni che accentuano il traffico in una zona già ora congestionata.
Ma la vera – e sconcertante – novità proposta dalla variante del prossimo 25 giugno, sulla quale non ci può essere il nostro accordo, è il trasferimento sull’area Fondo Consolata di funzioni produttive, al di fuori del perimetro previsto dall’attuale Piano Regolatore per gli insediamenti di tale natura. Perché si decide di intaccare terreno agricolo di qualità per funzioni che potrebbero più razionalmente essere ospitate su aree meno pregiate dal punto di vista ambientale, per esempio nel quartiere artigianale delle Gazzate, dove il Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP) riserva oltre 140 mila mq di aree pubbliche per l’espansione produttiva, con possibilità di interventi ecologicamente avanzati (area APEA)? Oppure su quella porzione di terreno di oltre 14 mila mq, di proprietà comunale, compreso fra la tangenziale e via Gazzate originariamente destinato a funzioni produttive speciali e inspiegabilmente trasformato in un “bosco urbano” con una variante urbanistica approvata alla fine dello scorso febbraio? Perché non scambiare l’area di quell’incongruo bosco urbano (di fatto un’area di risulta dalla realizzazione della tangenziale) con le aree a destinazione produttiva del Fondo Consolata?
Abbiamo già posto queste domande in sede di Commissione per la Programmazione del territorio, senza ricevere risposte convincenti e le riproporremo al Consiglio Comunale, perché siamo convinti che lo stato della programmazione urbanistica a Nonantola sia ai più sconosciuto, mentre necessiti di un ragionamento organico, sulle sue prospettive e sulle sue criticità, che coinvolga i cittadini e porti al più presto alla stesura del nuovo Piano Urbanistico Generale. Procedere per varianti e piccoli interventi, a volte anche contraddittori, senza una visione generale non fa bene al nostro territorio. A nostro avviso, è giunto il momento di dichiarare fuori contesto storico, economico e culturale le espansioni urbanistiche di queste dimensioni e in questi luoghi e affermare la necessità di continuare nell’azione già intrapresa di ridurre fino ad annullare tali previsioni.
Ieri sera è stata inaugurata la nuova illuminazione dell'Abbazia di Nonantola, un progetto realizzato con il finanziamento del bando "Giubileo della luce" promosso dal Ministero dell'Ambiente e dall'ANCI e riservato all'illuminazione di monumenti o testimonianze storico-religiose nei comuni con meno di 30 mila abitanti. Rispetto alla precedente illuminazione "gialla" con lampade al sodio, il nuovo impianto a led dà al complesso abbaziale una luce più naturale, che mette in maggior risalto i diversi colori e cambia la "percezione" di questo nostro splendido monumento, mentre la luce strutturata ne sottolinea i dettagli architettonici. L'effetto è certamente suggestivo e la città nel suo complesso ne trae un indubbio beneficio.
Apprezziamo questo ulteriore elemento di valorizzazione dell'Abbazia e la capacità di operare dimostrata nell'occasione. Auspichiamo che questo significativo momento sia di stimolo per tutti — in particolare per chi ha il compito di farlo — affinché si operi per il recupero di tutta l'area che completa il comparto, dando finalmente corso sia al recupero di palazzo Salimbeni (sede del Municipio), della Sala delle Colonne e della Sala degli Affreschi dell'ex refettorio dell'abbazia, sia alla realizzazione del "nuovo polo culturale" con annessa biblioteca da collocare nell'ex-nido Perla Verde, senza dimenticare tutti quegli edifici in centro storico che, seppur privati, costituiscono parte fondamentale dell'architettura storica di Nonantola.
Lo scorso 11 maggio abbiamo presentato un’interrogazione consiliare per capire quali progetti e quali strategie la nostra Amministrazione avesse in cantiere per affrontare la difficile situazione prodotta dall’emergenza sanitaria sul sistema educativo e come essa intendesse muoversi per supportarne la ripartenza sul nostro territorio.
Con le nostre domande intendevamo portare informazioni in Consiglio Comunale per aprire un dibattito sui problemi sollevati dal covid-19, sia quelli che riguardano gli aspetti didattici in senso stretto, sia quelli quelli legati all’adeguatezza delle strutture scolastiche, per poi cercare la risposta strategica adeguata che il nostro Comune dovrebbe mettere in campo. A nostro modo di vedere, l’Amministrazione Comunale dovrebbe infatti essere il soggetto proponente di una risposta, condivisa con le istituzioni educative, all’altezza della sfida che ci siamo trovati ad affrontare.
Sulle risposte ricevute non riusciamo ad esprimere né consenso né dissenso, ma semplicemente sconcerto per il disarmante vuoto di idee e di progetti e per la rinuncia dell’Amministrazione a giocare un ruolo attivo per il governo dei problemi aperti dalla pandemia.
Entrando nel merito, scopriamo infatti con rammarico che a Nonantola non c’è un rapporto positivo fra Istituto Comprensivo (scuola) e Amministrazione. Tanto è vero che mentre a Bomporto e Ravarino, con un diverso approccio, le istituzioni scolastiche e l’Amministrazione costruiscono insieme ipotesi percorribili, a Nonantola per non “ledere l’autonomia decisionale delle scuole” restiamo in attesa (di cosa?) e ci proponiamo casomai di “copiare” le soluzioni dai nostri vicini. Portiamo il massimo rispetto per la reciproca autonomia delle istituzioni, ma l’assoluta separatezza rappresenta, a nostro avviso, un danno per la collettività. La proposta di costituire un "comitato tecnico" può essere interessante per superare velocemente questo stato di cose negativo, anche se ne andrebbero definite le funzioni.
Per la fascia di età 3-6 anni, nell'attesa di protocolli operativi, nulla è stato fatto in merito alla ricognizione e alla riorganizzazione degli spazi e utilizzo di spazi verdi appositamente adeguati per le attività educative.
Sulla possibilità di ragionare a livello di Unione del Sorbara su sperimentazioni e progetti per i centri estivi ci viene ricordato che siccome “i servizi educativi non sono ancora stati trasferiti in Unione”, allora non si può fare nulla. Non viene presa in considerazione neanche l’ipotesi di un confronto fra i Comuni vicini, né la possibilità di un loro intervento diretto.
Sul tema dei trasporti scolastici apprendiamo che non è stata avviata una riflessione nemmeno sui possibili scenari per la riapertura a settembre, in attesa di “indicazioni operative” da parte di non meglio specificati soggetti. A nostro avviso tale riflessione avrebbe dovuto essere già stata fatta e pensiamo inoltre che vada avviato fin da subito un confronto serrato con la Regione per rendere gratuito il trasporto scolastico, così come promesso in campagna elettorale dall’attuale maggioranza che governa la Regione.
Infine, il rapporto con le società sportive per la ripresa delle attività viene burocraticamente liquidato con il rinvio ai protocolli emanati dal Governo e dalla Regione. Il mondo dello sport a Nonantola meriterebbe certamente una maggiore attenzione e considerazione.
Non nascondiamo la nostra preoccupazione per il quadro che emerge dalle non-risposte che ci sono state date e assicuriamo che non c'è volontà polemica nelle nostre osservazioni, ma solo il desiderio di sollecitare risposte e dare un contributo positivo alla soluzione di problemi veri. Siamo dispiaciuti per i toni, a volte arroganti, a volte indispettiti, che vengono usati nella risposta all’interrogazione presentata dal gruppo consigliare Nonantola Progetto 2030. Nel merito delle questioni che abbiamo posto avvertiamo, nelle (pseudo) risposte ai problemi che abbiamo sollevato, elementi di burocratizzazione che ingessano e non aiutano la ricerca di soluzioni, anzi tendono al rinvio, all'attesa, ad un temibile immobilismo.
Saremmo contenti di essere smentiti dai fatti e poter rivedere il nostro Comune, come lo è stato negli anni passati, positivamente coprotagonista con altre istituzioni dell’organizzazione del territorio, dei servizi e dei processi educativi. Per questi obiettivi noi ci siamo, pronti a dare il nostro contributo.
Vogliamo condividere con i cittadini la registrazione della seduta della Commissione Programmazione e uso del territorio, ambiente, sviluppo economico e sostenibile, lavori pubblici, patrimonio, mobilità e sostenibilità. I punti discussi sono molti, tutti di grande interesse per il territorio di Nonantola, la maggior parte inseriti in discussione dietro nostra sollecitazione e finalmente portati in discussione in Commissione dopo insistenti richieste. Per l'importanza degli argomenti trattati, abbiamo chiesto che questa seduta fosse aperta al pubblico, ma abbiamo ottenuto il fermo diniego da parte del Presidente della Commissione. Purtroppo, la prima parte della registrazione e gli ultimi quattro minuti non sono stati resi disponibili.
Questi i punti all'ordine del giorno:
Proposta di variante al Piano particolareggiato Fondo Consolata (0:00:00);
Attraversamenti pedonali e segnaletica orizzontale e verticale integrativa (0:48:00);
Piano Urbanistico Generale (1:04:55);
Scuola Don Beccari (1:29:40);
Scuola di musica (2:02:59);
Piazza Liberazione (2:23:08);
Palazzo sede della municipalità (2:28:47);
Palestra scuole medie Dante Alighieri (2:46:25);
Varie ed eventuali.
Due parole per spiegare l'inizio della registrazione video: causa un problema tecnico i primi quaranta minuti della discussione non sono stati registrati. Quando il Presidente si è accorto del problema, ha proposto ai relatori di ripetere gli interventi. Da qui la proposta di alcuni consiglieri, poi accolta, di ripetere solo una breve introduzione all'argomento e di procedere con la discussione.
Quando il Presidente della Regione Emilia-Romagna, nel fare il resoconto a otto anni dal terremoto del 20 maggio 2012, ha affermato che il 95% della ricostruzione è stato completato e ha indicato il 2022 come traguardo per la conclusione dei lavori di ricostruzione, il nostro pensiero è corso subito a Palazzo Salimbeni, sede della nostra municipalità, grande incompiuta delle opere colpite dal sisma.
Ci chiediamo come sia stato possibile, dopo otto anni, finire in quel 5% di comuni ritardatari. Riteniamo oramai quasi impossibile che possa essere rispettata la data del 2022, visto che nemmeno il minimo segnale di inizio lavori è visibile, né per quanto riguarda il Palazzo sede del Comune e di tutti i servizi amministrativi, né per quanto riguarda l'area ex-nido Perla Verde, destinata a nuova sede dei servizi culturali. Un ritardo costoso sia economicamente (in termini di affitti dei locali per gli uffici comunali), sia socialmente (viene meno un luogo di identità per la comunità), sia culturalmente (un'intera area del centro storico rimane sostanzialmente inagibile).
Sia nella passata legislatura, che in quella attuale abbiamo più volte chiesto all'Amministrazione di aprire una discussione pubblica sulla rifunzionalizzazione del palazzo municipale, ottenendo sempre la stessa risposta: la discussione con i cittadini è già stata fatta! Dove e quando non è dato sapere. Visto il ritardo con cui stiamo facendo i conti, chiederemo ancora, ostinatamente, all'Amministrazione un'informativa al Consiglio Comunale e ai cittadini sullo stato di avanzamento del progetto di ricostruzione.
Palazzo Salimbeni deve ritornare ad essere al più presto sede prestigiosa e punto di riferimento per la nostra comunità. Il suo recupero è di vitale importanza per dare ai cittadini un riferimento che alimenti coesione, sviluppi identità e dia senso allo stare insieme della comunità. Iniziare subito con la ricostruzione sarebbe anche utile al rilancio dell'economia locale, colpita dall'emergenza sanitaria.
La riapertura del Palazzo Municipale deve rappresentare non solo il ritorno alle funzioni istituzionali e amministrative, ma anche l’apertura di un luogo speciale per i cittadini. Proponiamo di attrezzare al suo interno un URBAN CENTER, ossia uno spazio adibito a centro di tutta l’attività di informazione e comunicazione dell’Amministrazione Comunale, un luogo reale - e non solo social - della trasparenza e della partecipazione, dove i cittadini possano prendere conoscenza di atti e progetti riguardanti il disegno urbanistico del paese, i suoi servizi e le sue dotazioni, accedere alle informazioni riguardanti la qualità ambientale e trovare spazi per i processi partecipativi.
La Senatrice ha voluto ringraziare la città di Nonantola con una lettera dove sottolinea, con parole semplici e chiare, il fondamentale contributo dell'intera comunità all'episodio di Villa Emma, mostrando, ancora una volta, la sua grande intelligenza. Questo il testo della lettera:
Sig. Sindaco, Consiglieri e cari abitanti,
molti di voi sono figli e nipoti del coraggio, della solidarietà e della civiltà di cui è maestra la vostra città. Io avrei potuto essere uno di quei bambini, non più protetti dai genitori. La vostra città fu anche madre e padre per loro.
Sono orgogliosa di essere una di voi. Se sarà la bellezza a salvare il mondo, voi, a cui mi associo con piacere da oggi, avrete un bel posto in prima fila.
La cittadinanza è un passaggio sentimentale, un abbraccio stretto tra la città e la nuova arrivata. È qualcosa che resta mentre, per fisiologia democratica, cambiano gli attori della politica locale.
Ancora grazie a voi, con grande rispetto al presente, onore al vostro passato,
Sono passati sei mesi della nuova consigliatura, ma sono ancora pochi gli atti assunti dall’attuale Amministrazione che mettano in evidenza quale Nonantola si voglia costruire nei prossimi anni. Nel frattempo abbiamo assistito – sbigottiti – a “confronti” poco concilianti fra assessori (alla scuola e all’ambiente) su questioni fondamentali riguardanti la visione e le funzioni della scuola pubblica e a scontri interni al PD per la nomina dei propri rappresentanti nelle commissioni consigliari.
Il bilancio di previsione 2020 può essere l’occasione per mettere in campo un cambiamento di metodo e di merito. Noi della lista Nonantola Progetto 2030 avanziamo le nostre proposte.
La nostra analisi a sei mesi dalle elezioni
Se il tema della sostenibilità ambientale comincia a fare capolino, fin troppo timidamente, persino nella Legge di Stabilità Nazionale, a Nonantola ci troviamo con il CEAS (Centro di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità) senza più dimora né operatore, a seguito del recente pensionamento della responsabile che lo ha retto per oltre trent’anni. Ancor più preoccupante, Nonantola, insieme ad altri tre comuni dell’Unione del Sorbara, non ha partecipato al bando regionale per il nuovo PAES (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il clima), che dovrebbe adottare azioni incisive per la lotta ai cambiamenti climatici.
Sono trascorsi più di dieci anni dall’inizio del percorso di elaborazione del nuovo strumento Urbanistico Generale, che dovrebbe aggiornare il vecchio Piano Regolatore del 1997, ma ad ogni nuova legislatura sembra si debba ricominciare sempre tutto daccapo, con nuovi incarichi e nuovi costi, non fosse altro che la recente – pessima – Legge Urbanistica Regionale impone a tutti i Comuni di adottare il nuovo strumento entro il primo gennaio 2021 e giocoforza Nonantola dovrà essere pronta per quella data. Ricordiamo che, nel frattempo, le previsioni edificatorie presenti nel vecchio PRG potranno avere immediata realizzazione, il che significa per Nonantola la perdita di 27mila metri quadri di territorio agricolo (se verrà approvata la variante urbanistica dello scorso aprile), con buona pace del consumo zero di suolo.
Poche settimane fa è stato frettolosamente approvato il Documento triennale di Programmazione Economica, senza la presentazione, da parte del Sindaco, delle linee strategiche che dovrebbero caratterizzare l’azione amministrativa per gli anni 2019-21 e senza l’opportuno approfondimento ed arricchimento da parte dei consiglieri comunali, che non hanno avuto adeguato spazio di studio e di confronto.
A quasi otto anni dal terremoto, nonostante da tempo si dica che le risorse sono garantite, non è ancora chiaro quanto ci vorrà per ridare alla nostra comunità una sede municipale consona, unitaria e con funzioni ben definite, condivise, innovative e al passo con i tempi; altrettanto non sappiamo quando si concretizzerà il nuovo polo culturale. Nel frattempo, è bene ricordare che il pubblico paga fior di migliaia di euro per gli affitti delle diverse sedi dove sono dislocati i servizi comunali.
La palestra delle scuole medie non è ancora stata consegnata nè all’uso delle scuole, nè alle società sportive che ne fanno uso, a causa degli incredibili ritardi nell’esecuzione dei lavori.
Il bilancio 2020: un’occasione da non sprecare
Sappiamo bene che non esiste la bacchetta magica per risolvere i tanti problemi di un Comune, anche perché le risorse a disposizione, sia umane che economiche, nel corso di questi anni si sono progressivamente ridotte. Ma uno scatto in più, sia in termini di idee e progetti, sia in termini di relazioni più trasparenti ed efficaci con i cittadini, è doveroso richiederlo, pena la sfiducia generalizzata nel governo pubblico. Non vorremmo che, passate le elezioni, si ricominciasse con l’azione amministrativa incolore che ha caratterizzato la passata legislatura e che ha impoverito i tratti, da sempre distintivi, di una comunità vivace ed accogliente come quella nonantolana.
Nonantola Progetto 2030 si è costituita proprio per cercare risposte più avanzate ed inclusive, dandosi uno spazio di proposta e azione ampio e lungo: se per noi i primi passi della nuova Amministrazione targata PD e Una Mano per Nonantola sono deludenti, pensiamo anche che si debba cogliere l’occasione della prossima sessione di bilancio 2020 per mettere in campo un cambiamento di metodo e di merito. A nostro avviso, questo primo bilancio dovrà indicare sia le linee di indirizzo della prima parte della legislatura, che operare scelte precise e concrete che diano avvio alla loro realizzazione. Servono scelte e contenuti coerenti con una impostazione progettuale che guardi al futuro e mettano al centro le politiche sulla sostenibilità ambientale, economica, sulla formazione, sull’urbanistica, sulla cultura e sulla coesione sociale.
Siamo sempre pronti al confronto con tutti e ribadiamo sia la nostra collocazione di sinistra nell’area del centrosinistra, sia il valore propositivo e programmatico della nostra opposizione in consiglio comunale, che non è mai pregiudiziale, ma di merito. La concretizzazione dei progetti necessari alla comunità sarà la bussola che guiderà la nostra azione politica e amministrativa e determinerà il nostro atteggiamento nei confronti delle scelte che verranno effettuate dall’attuale maggioranza.
Le nostre proposte per il 2020
Un nuovo metodo di governo che, lasciate alle spalle le logiche personalistiche, attivi meccanismi di partecipazione collettivi, dal coinvolgimento costante del consiglio comunale nelle scelte di indirizzo, al dotarsi di strumenti istituzionali per la comunicazione e l’informazione dei cittadini. Proponiamo l’attivazione di:
un giornalino del Comune;
un’applicazione per smartphone per le comunicazioni con l’Amministrazione;
un rinnovato sito web del Comune;
nuove consulte e Consigli Comunali aperti “tematici”.
Cominciare insomma a costruire un sistema di relazioni informative e consultive che coinvolgano i cittadini e aiutino l’Amministrazione a prendere le decisioni.
Destinare parte dei 100mila euro recuperati dal bilancio Geovest all’assunzione di due figure addette alla pulizia del territorio, che intervengano costantemente soprattutto sui luoghi e spazi più critici (Parco della Pace e centro storico).
Avviare percorsi di ascolto dei soggetti sportivi di Nonantola per costruire un nuovo progetto di gestione in funzione della futura gara di assegnazione degli impianti, con l’obiettivo di recuperarne la loro funzione sociale.
Avviare, con l’ASL e il Distretto del Sorbara, la riprogettazione dell’attuale struttura, facendo le necessarie modifiche e recuperando a funzione sociale gli spazi non più utilizzati o adibiti ad altre finalità (per esempio l’ex sede del Consorzio di bonifica), per allargarne le funzioni a:
medicina di comunità e di gruppo incentrata sulla collaborazione fra medico di famiglia, pediatra di base, personale infermieristico ed assistenti sociali;
punto di continuità assistenziale e di pronto di intervento attivo 24 ore su 24;
rafforzamento del Centro Diurno, che nelle dimensioni attuali risulta assolutamente inadeguato rispetto alla domanda territoriale.
Iniziare a lavorare seriamente sul nodo di Navicello, costruendo insieme ai Comuni limitrofi un progetto di viabilità che contempli anche spazi dedicati al trasporto pubblico e alla mobilità ciclabile e risolva in modo definitivo la congestione stradale fra Nonantola e Modena, interessando i Comuni dell’Unione del Sorbara, Modena e la Provincia. Il progetto proposto dal Comune di Modena non ci sembra essere la soluzione adatta.
Mettere in sicurezza il tratto di via di mezzo fra il sottopassaggio della tangenziale fino alla rotonda “Borsari”, coinvolgendo nel progetto i cittadini di Casette.
Riordino urbanistico di viale Rimembranze e di via Provinciale est dalla fine della ciclabile di via Larga fino alla zona Eurospin, con l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche e rivedere il piano dei parcheggi, per creare zone sempre più ampie dedicate alla mobilità dolce e alla relazione.
Aprire subito un dibattito pubblico su:
il progetto di ristrutturazione di palazzo Salimbeni;
le funzioni che torneranno nella sede municipale;
l’organizzazione del nuovo Polo Culturale presso l’ex-nido Perla Verde.
Occorre poi individuare uno spazio pubblico adibito a centro di informazione e comunicazione dell’Amministrazione Comunale (sull’idea dell’Urban Center del Comune di Bologna) e sede delle consulte consigliari e civiche.
Ampliamento degli spazi nei cimiteri delle frazioni e del capoluogo;
Realizzare uno spazio da adibire a sala del commiato, per porgere l’ultimo saluto anche in forma laica.
Finanziamenti alle scuole per attivare progetti interculturali dando respiro, oltre la scuola di italiano (oggi affidata in appalto), a politiche che superino la prima fase dell’accoglienza.
Costruzione del Piano Urbanistico Generale, da realizzarsi con un percorso aperto ai cittadini, per ridisegnare il territorio di Nonantola e le sue relazioni urbanistiche con il resto del distretto e della città di Modena, partendo dal lavoro già fatto nel 2010;
Sollecitare i proprietari a recuperare gli edifici oggi in situazione di degrado con azioni di incentivo che consentano di superare definitivamente la fase del post-terremoto, soprattutto nel centro storico;
Ricucire, attraverso percorsi ciclo-pedonali sicuri il Centro storico alle sue zone limitrofe, dal Parco della Pace alla Pieve, dagli impianti sportivi alla ex-cantina sociale.
Rilanciare il Patto dei Sindaci, con l’adozione di un nuovo PAES, più avanzato negli obiettivi di superamento del consumo di combustibili fossili e di sostenibilità energetica;
nuove piantumazioni e la creazione di aree di mitigazione climatica;
potenziare l’azione verso Rifiuti Zero e la riduzione progressiva di rifiuti a smaltimento;
ridefinire e ricollocare il CEAS come centro propulsore delle attività formative ed informative.
Finanziamento di un Settembre pedagogico 2020 in applicazione del protocollo appena approvato tra i Comuni del Sorbara;
lavorare per la riduzione progressiva delle tariffe per trasporto scolastico;
intervenire in maniera omogenea con gli altri Comuni del Sorbara sul sistema educativo 0/6 anni per ampliarne ed arricchirne l’offerta pedagogica, anche con la riduzione delle rette.
Se ci fosse Pietro Ingrao, oggi sarebbe qui nei cortei, nelle piazze a gridare insieme ai giovani. Per il clima, sì. Ma ben sapendo quale politica serva e modelli economici globali hanno condotto la terra sull'orlo di un collasso. Se ci fosse Pietro, insieme ad Enrico, sarebbero lì a parlare di un futuro possibile, tutto attuabile nelle possibilità dei giovani che devono studiare, acquisire conoscenze per leggere la Storia del pianeta, dei suoi popoli, dei capi che hanno usato il potere come strumento per arricchire chi lo era già e accontentarsi di briciole per i loro popoli.
Ci manchi Pietro, proprio oggi 27 settembre 2015 ci hai lasciato soli e sparpagliati e, come diceva Laura, senza un partito, degno di questo nome.