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“… possiamo essere la prima generazione che riesca a porre fine alla povertà; così come potremmo essere l’ultima ad avere la possibilità di salvare il pianeta”

Risoluzione ONU “Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, 25 settembre 2015

Il 2030 non è una data qualunque: è quella che l’Assemblea Generale dell’ONU, nella seduta del 25/09/2015, si è data con la risoluzione di TRASFORMARE IL MONDO: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Vogliamo dare inizio alla nostra proposta di programma elettorale richiamandoci all’universalità della risoluzione ONU perché siamo convinti che sia l’agire locale a determinare il raggiungimento quegli obiettivi di equità e di sostenibilità diventati oramai indifferibili, certo in associazione collaborativa con tutti i livelli di governo e di gestione territoriali (internazionali, nazionali, regionali e distrettuali).

Come è scritto nella risoluzione, possiamo essere la prima generazione che riesca a porre fine alla povertà; così come potremmo essere l’ultima ad avere la possibilità di salvare il pianeta.

Da qui la nostra proposta per la Nonantola, non solo dei prossimi 5 anni, ma del prossimo decennio, perché il cambiamento in direzione della sostenibilità e della resilienza, esige nuovi paradigmi di riferimento nell’azione culturale, sociale e amministrativa.

Al totem della crescita economica ad ogni costo, noi contrapponiamo quello dello sviluppo e dell’equità sociale, dove il territorio da fonte di reddito per qualcuno diventi bene comune da preservare e tramandare ai cittadini di domani, esattamente come la storia di Nonantola e della Partecipanza ci hanno insegnato.

UNA SCUOLA PUBBLICA DI QUALITÀ, LAICA E PLURALISTA

La conoscenza è uno strumento di crescita individuale, collettiva e sociale e come tale deve tradursi nel diritto ad una scuola pubblica, per tutti e di tutti, che promuova e diffonda gli scambi culturali fra diverse identità, etnie, religioni. L’istruzione deve seguire il principio di laicità e di interculturalità, mettendo a valore le differenze e diffondendo la cultura della tolleranza, dell’ascolto e del reciproco rispetto.

Per questo proponiamo:

  1. la riorganizzazione del settore dell’istruzione in un unico assessorato che metta insieme scuola, cultura, associazionismo, volontariato, politiche giovanili e sport;
  2. la creazione di un Centro di Documentazione Educativa che operi con le scuole del nostro territorio e dell’Unione per coordinare, qualificare e integrare gli strumenti educativi nelle scuole e sul territorio;
  3. l’organizzazione di un momento di discussione pubblica comune a tutte le scuole del distretto, a cadenza annuale, per tenere alta la tensione positiva della comunità sul terreno della formazione;
  4. l’apertura di un confronto, anche pedagogico, sull’intervento a favore delle fasce 0-3 e 3-6 anni, valutando l’introduzione di una “sezione primavera” nel plesso comunale.
  5. Potenziamento dell’offerta pubblica, per poter progressivamente ridurre la dipendenza da quella privata.

RIGENERAZIONE URBANA E RIQUALIFICAZIONE DELL’ESISTENTE

Il Piano Regolatore vigente prevede nuove zone di costruzione, con conseguente aumento della popolazione e consumo di suolo. Ereditiamo problemi non risolti, progetti incompiuti e diritti acquisiti. È ora di cambiare paradigma per dare un futuro sostenibile al nostro territorio.

Il nuovo Piano Urbanistico Generale va impostato sulla RIGENERAZIONE URBANA e sulla RIQUALIFICAZIONE DELL’ESISTENTE attraverso:

  1. un’attenta revisione al ribasso delle previsioni edificatorie del Piano Regolatore vigente: meno cemento, più verde.
  2. la riconsiderazione delle previsioni demografiche espansive e delle capacità dei servizi sociali e scolastici;
  3. pensare e progettare il sistema città Nonantola come parte di una rete di infrastrutture, reti urbane, mobilità, insediamenti produttivi di “area vasta”, con particolare attenzione al territorio rurale e alle criticità idrogeologiche e sismiche;
  4. il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico (per esempio le “case popolari”) che abbatta i consumi e risponda alle esigenze di una popolazione che invecchia. L’area di via Walter Tabacchi – via 25 Aprile – Parco della Resistenza – ex-stazione delle corriere è un asse connessione fra il centro storico e la zona commerciale dell’ex-Cantina che merita un attento progetto di rigenerazione e riqualificazione;
  5. rifunzionalizzazione del centro storico recuperandolo integralmente alla mobilità ciclo-pedonale, riducendo e modificando le zone di sosta, incentivandone la residenzialità;
  6. riconnessione del territorio rurale e delle frazioni al capoluogo attraverso un sistema di viabilità – anche dolce – e di accessibilità ai servizi;
  7. ricucire dal punto di vista urbanistico il centro e le sue zone adiacenti: parco della Pace, polo socio-sanitario, Partecipanza, Area ex-COOP, Santa Filomena, Abbazia;
  8. tutelare il paesaggio e i beni comuni, con particolare attenzione al sistema fiume Panaro e ai canali, con le relative connessioni ecologiche con l’oasi del Torrazzuolo.

Il tema dei rifiuti è una questione centrale per il governo del territorio: attraverso le buone prassi di gestione si qualificano diversi aspetti strategici una comunità, sia ambientali che economici. Occorre perseguire sia la riduzione della quantità di rifiuti, che il recupero e il riciclaggio dei materiali utili in essi contenuti. Il centro storico è il punto di maggiore sofferenza, ma anche il resto del territorio merita costante cura e attenzione.

Per il nostro territorio proponiamo:

  1. RIDUZIONE DEI RIFIUTI: va perseguita con campagne informative coordinate dal CEAS per diminuire i rifiuti portati all’inceneritore e indebolirne l’uso. Va incrementata la raccolta differenziata per il riciclaggio dei materiali, sviluppando filiere locali di lavorazione.
  2. IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO – per il quale il proprietario ha presentato alla Regione, soggetto competente per il rilascio dell’autorizzazione, un progetto di riqualificazione con aumento della capacità produttiva – deve superare tutte le disfunzioni che in passato hanno determinato gravi disagi ai cittadini e diventare un punto di conferimento e lavorazione dei rifiuti organici provenienti dal nostro territorio, con un attento control-lo pubblico sul suo corretto funzionamento.
  3. PORTA A PORTA: va esteso a tutti i tipi di rifiuto urbano, con rimozione di tutti i cassonetti stradali dal territorio comunale.
  4. RACCOLTA DEI RIFIUTI: vanno aumentate le frequenze dei conferimenti, istituendo un servizio personalizzato per le utenze domestiche e commerciali.
  5. DECORO URBANO: va incrementato lo spazzamento manuale con operatori dedicati alla pulizia quotidiana del centro storico, delle aree verdi e dei parchi, in sinergia (e non in alternativa) con il volontariato diffuso.
  6. LUOGHI PUBBLICI: dovranno essere dotati di appositi cestini/contenitori di colore diverso per raccogliere in modo differenziato carta, vetro, plastica e altro.
  7. CONTROLLI: potenziati sui corretti conferimenti, coinvolgendo il Controllo di Vicinato.
  8. CENTRO DEL RIUSO: va rafforzato come punto di una rete territoriale e distrettuale che abbia nell’economia circolare il suo fondamento.

UN BENE COMUNE DA USUFRUIRE TUTTO L’ANNO

Il Parco della Pace rappresenta un bene naturalistico di tutta la comunità e deve diventare un luogo di incontro e di aggregazione in tutte le stagioni.
Per la sua riqualificazione si deve partire dai progetti dalle proposte nati in dal Concorso di idee indetto negli anni 2010/11 che miravano a valorizzarne sia la funzione naturalistica, che l’uso collettivo ridisegnando le diverse aree dedicate ai bambini, ai giovani e agli anziani.

Alcune proposte:

  1. sistemare i percorsi pedonali in maniera che siano accessibili a tutti e in tutte le stagioni;
  2. allocare in uno spazio adiacente al Parco una struttura ricreativa (bar o ristorazione) che funzioni tutto l’anno;
  3. rifunzionalizzare il Tetraedro (baracchina) per attività sociali, per esempio connesse alla scuola;
  4. costruire connessioni con percorsi ciclo pedonali fra i diversi Parchi / Aree Verdi / Aree sportive presenti sul territorio;
  5. eliminare le recinzioni metalliche, garantendo la sicurezza dei bimbi con sistemi più integrati con la tipologia dell’area.

Occorre recuperare la funzione sociale degli impianti sportivi

La gara di assegnazione degli impianti sportivi ha generato problemi organizzativi e gestionali, soprattutto in riferimento alla funzione sociale che quei contenitori dovrebbero avere e per la quale da sempre è attivo il mondo del volontariato.

Per questo, nella prossima legislatura, è necessario:

  1. che la gara non venga riproposta come la precedente, ma sia costruita in maniera tale da valorizzare la funzione sociale delle attività sportive;
  2. che si costituisca una vera CONSULTA DELLO SPORT capace di elaborare un PIANO INTEGRATO DELLO SVILUPPO e della gestione del patrimonio impiantistico.

A questo fine servono:

  1. Un nuovo progetto di utilizzo degli spazi che tenga conto delle nuove esigenze di tutti i gruppi nonantolani;
  2. Un adeguato progetto di ammodernamento degli impianti sportivi;
  3. Le attività presenti nei locali e negli impianti devono avere esclusivamente la finalità di utilità sociale.

Vogliamo un polo socio-sanitario anche a Nonantola

Le Case della Salute di Castelfranco e Bomporto non possono essere considerate esaustive della domanda di assistenza socio sanitaria di Nonantola e del Distretto. L’evolversi delle patologie, l’aumento dell’aspettativa di vita e delle malattie correlate (croniche e invalidanti), il cambiamento della cultura del corpo, la qualità delle tecnologie e della medicina a disposizione delle cure, l’aumento delle differenze culturali sovrapposto all’aumento delle fragilità fisiche e psichiche producono una domanda di assistenza più complessa sia sul piano quantitativo che qualitativo.

Per rispondere ad una domanda così articolata con “cure appropriate” occorre una presa in carico dell’utenza in modo sempre più “globale”, per accompagnarla nel suo “percorso di vita” con un’assistenza sempre più domiciliare e meno ospedaliera. Nonantola è già dotata di una struttura edilizia polifunzionale che può diventare un polo socio sanitario per il supporto ai servizi a domicilio e ai più deboli. Producendo le necessarie modifiche nella struttura oggi esistente e recuperando a funzione sociale spazi non utilizzati o adibiti ad altre finalità, vanno riallocati in spazi più adeguati Croce Blu/AVIS/Centro Prelievi/Consultorio Famigliare/Consultorio Demenze/Neuropsichiatria Infantile/SAUB; nel Polo dovranno trovare spazio attività di “Medicina di Comunità e di Gruppo” incentrate sulla collaborazione fra Medico di famiglia, personale infermieristico e assistenti sociali.

Inoltre:

  1. Va sviluppata l’attività infermieristica rivolta alle cronicità, in particolare la demenza, sfruttando anche la concomitanza del Centro Diurno che deve essere potenziato;
  2. Vanno coordinate le attività domiciliari: prelievi, terapie anticoagulanti, cure palliative;
  3. Vanno armonizzati l’erogazione e l’utilizzo dei contributi economici (nazionali e regionali) per creare un supporto alle prenotazioni CUP per le persone più deboli.

Anche a Nonantola ci sono problematiche di microcriminalità che, spesso, ma non solo, si allacciano a problematiche di degrado sociale. Per questo il problema va affrontato a “tutto tondo” e non solo dal punto di vista securitario.

Per il nostro territorio proponiamo:

  1. CASERMA: l’errore di questi anni è stato il non aver dato battaglia per far mantenere gli impegni presi al Ministero degli Interni. La soluzione odierna (concessione edilizia a favore del privato) sposta solo il problema al 2023: vanno portati subito al un tavolo Prefettura e Ministero degli Interni per risolvere il problema stabilendo che le risorse necessarie per la nuova caserma devono essere a carico dello Stato e non dei nonantolani.
  2. TAVOLO DELLA CONVIVENZA: va istituito il Tavolo della Convivenza che raccordi i soggetti che operano in tutti i versanti della sicurezza (vigili, carabinieri, servizi sociali, scuole, associazioni sportive, ecc.).
  3. CONTROLLO DI VICINATO: deve operare nell’ambito del Tavolo della Convivenza e deve agire in stretto collegamento con tutte le forze preposte a garantire la sicurezza sul territorio.

La mobilità è uno dei maggiori problemi della società odierna, sia dal punto di vista del traffico, sia dal punto d vista della qualità dell’aria. Per questo la soluzione è costruire progetti nuovi che consentano mobilità alternative all’automobile e a nuovi percorsi stradali.

Per il nostro territorio proponiamo:

  1. NODO NAVICELLO: si può risolvere costruendo insieme ai Comuni limitrofi un progetto sovracomunale di viabilità ANCHE alternativa (ciclabili, corsie preferenziali per trasporto pubblico);
  2. ZONE 30 km/h: Nonantola, come avviene in tanti altri Comuni, deve costruire zone a 30 km/h attorno al centro storico e rivedere il piano sosta per fare posto a veri e propri percorsi ciclopedonali.
  3. COLLEGAMENTO CAPOLUOGO/FRAZIONI: vanno collegati capoluogo e frazioni con percorsi in sicurezza, PRIORITARIAMENTE a partire dalla frazione “Casette”, riordinando il tratto di strada che va dal sottopassaggio alla rotonda “Borsari”.
  4. PIANO MOBILITÀ: va elaborato, con i Comuni del Distretto, un piano di mobilità, anche dolce che connetta attraverso una rete integrata di ciclabili le eccellenze del territorio (Torrazzuolo/Partecipanza/Villa Sorra/Oasi Manzolino);
  5. PERCORSI SCUOLA/LAVORO/CASA: vanno messi in sicurezza i percorsi casa/scuola, chiudendo parzialmente al traffico le zone antistanti alle scuole. Va incentivato l’uso della bicicletta per il percorso casa/lavoro diretto nella zona artigianale coinvolgendo forze sociali e associazioni economiche.
  6. RISORSE: vanno ricercate coinvolgendo anche la Provincia e riutilizzando risorse oggi allocate per opere pensate decenni fa.

Nei mesi scorsi abbiamo fatto diversi tentativi, con le forze politiche con cui condividiamo l’attuale programma di legislatura e con liste più o meno civiche recentemente costituite, per dare vita a uno schieramento plurale basato su un solido accordo programmatico che fosse preliminare a un’intesa sui nomi (del sindaco e della giunta), convinti come siamo che il potere debba essere al servizio di progetti utili a cambiare in meglio la vita delle persone, e non fine a sé stesso.

Poiché questi soggetti ci hanno risposto che prima si definisce il candidato sindaco e solo dopo si parla di contenuti, ci siamo rivolti direttamente alla candidata sindaca Federica Nannetti, ponendo anche a lei, con forza, la questione della costruzione di un nuovo progetto per Nonantola, condizione secondo noi indispensabile per non ripetere il brutto risultato elettorale ottenuto anche a Nonantola il 4 marzo 2018 dalle forze del centrosinistra.

La risposta della sindaca, cui va riconosciuto il merito di avere aperto un’interlocuzione con noi, mette in rilievo un importante punto di condivisione dei valori di fondativi nei quali anche noi ci riconosciamo (antifascismo, accoglienza, inclusione, coesione sociale, tutela dei beni comuni, senso civico e sviluppo sostenibile) ma lascia ampiamente scoperto il fronte programmatico e quello della modalità di gestione della coalizione plurale. Non viene cioè condiviso quel bisogno di rinnovamento che, anche a Nonantola, era già stato rilevato dall’analisi dei risultati del nostro questionario: criticità dello stato dell’ambiente e della mobilità pedonale, ciclabile e automobilistica; forte ritardo sul recupero del palazzo comunale e del polo culturale previsto nell’ex-nido Perla Verde; forte ritardo con cui procede la pianificazione urbanistica del territorio, mancanza di progettualità e nuove idee per il nostro territorio; maggiore autonomia delle istituzioni pubbliche rispetto al ruolo troppo invasivo dei partiti.

In queste condizioni non ci resta che stare nel campo della sinistra in autonomia, dando il via alla formazione di una lista civica di cittadini di varia estrazione politica, culturale e sociale che si collochi nell’area della sinistra e che, richiamandoci agli obiettivi dell’ONU di Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, abbiamo chiamato “Nonantola Progetto 2030”. Una lista che nasce non contro qualcuno, ma per costruire un progetto nuovo per il nostro Comune e come stimolo ad agire concretamente per dare prospettive al nostro territorio. Una lista che si rivolge a un elettorato in difficoltà a trovare una propria casa politica, deluso dal passato, ma anche dalla direzione che sta prendendo ciò che aveva ritenuto potesse rappresentare il nuovo (M5S) e oggi molto preoccupato dalle spinte a destra che la paura alimenta nel paese.

Una lista che si colloca nell’area di centrosinistra e lì intende rimanere oggi e domani. Una lista che pensa che per fare argine all’avanzata delle destre non sono sufficienti gli appelli all’unità se non sono supportati dall’idea che sia possibile cambiare, innovare, immaginare e costruire il futuro.