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Nella settimana di Ferragosto abbiamo assistito al dibattito sull’attività a tempo pieno o parziale della Sindaca di Nonantola nell'esercizio delle sue funzioni, dopo che la stessa Sindaca, con un'intervista rilasciata alla Gazzetta e poi sulla sua pagina Facebook, informava i cittadini che avrebbe ripreso la sua funzione di dipendente dell’Amministrazione provinciale. Preannunciava inoltre novità in Giunta ed elencava una serie di problemi che affliggono il nostro paese da almeno 7-8 anni. Mentre rimaniamo in trepidante attesa che con le annunciate novità si trovino soluzioni agli ormai annosi problemi che ci accompagnano da troppo tempo, proviamo ad analizzare a mente fredda le questioni più rilevanti affrontate nell'intervista.

La Sindaca lamentava la strumentalizzazione della sua decisione, trattandosi, a suo dire, di una scelta privata. Ci permettiamo di sottolineare tre aspetti su cui la Sindaca pare sorvolare:

  1. indipendentemente dalle motivazioni, sommare un’ulteriore attività lavorativa, seppur a tempo parziale, alle impegnative funzioni di un sindaco non può non avere conseguenze sul buon funzionamento dell’amministrazione comunale;
  2. una scelta di questa importanza avrebbe dovuto essere comunicata, in prima istanza, al Consiglio comunale (o almeno ai capigruppo) ed eventualmente solo dopo alla stampa; saremo forse “vecchi”, ma noi prendiamo molto seriamente il rispetto delle istituzioni e il ruolo delle assemblee elettive;
  3. se la soluzione dei tanti problemi che abbiamo a Nonantola fosse inversamente proporzionale al tempo che la Sindaca dedica all’amministrazione, forse la Sindaca stessa, la Giunta e la maggioranza PD dovrebbero aprire una seria riflessione su ciò che è accaduto in questi anni.

Nell’intervista poi la Sindaca elenca una serie di problemi irrisolti: il polo logistico delle Gazzate, il grande insediamento commerciale-produttivo del Fondo Consolata, il Piano Urbanistico Generale, la chiusura della stazione dei Carabinieri, i ritardi nei rimborsi per l'alluvione. Si potrebbe continuare elencando ulteriori questioni che la Sindaca sembra aver dimenticato: la ricostruzione del municipio e del polo culturale (una situazione statica da un decennio che trascina nell’impasse tutto il centro storico), una macchina comunale in grande difficoltà, l'assenza di un piano per la mobilità sostenibile, il nodo Navicello, la qualità e il decoro urbano, il Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima, la sanità territoriale, i difficili rapporti fra l’Amministrazione e il mondo del volontariato e dello sport, la qualità del sistema educativo, le difficoltà nell’impostare un qualsiasi percorso partecipativo degno di questo nome, ecc… Questo elenco incompleto, da tempo sul tavolo, evidenzia la difficoltà/incapacità di chi ci ha amministrato in questi anni nell'elaborare un disegno chiaro di sviluppo qualitativo del nostro territorio all’interno di una strategia di sistema che consenta di individuare soluzioni adeguate.

Meritano attenzione anche le affermazioni inerenti al tessuto produttivo (“scarso” secondo la Sindaca) e alla qualità dell’occupazione che, a detta della Sindaca, determinerebbe pendolarismo fra Nonantola ed i luoghi di lavoro. Poiché riteniamo che la quantità e la qualità del lavoro e del tessuto produttivo del nostro territorio (non solo comunale) siano temi da affrontare in modo serio ed approfondito e non debbano essere usati in modo strumentale per giustificare scelte urbanistiche sbagliate (polo logistico delle Gazzate), proponiamo che le istituzioni pubbliche si attivino per fare il punto della situazione reale dell’occupazione nell’Unione del Sorbara, organizzando un convegno e un tavolo con le associazioni di categoria e sindacali che si concluda con una relazione al Consiglio comunale.

Ci lascia infine perplessi il via libera, concesso dalla Sindaca ai consiglieri di maggioranza, di esprimere un voto “personale” e “in linea con la propria coscienza”, sulla variante urbanistica necessaria per insediare il polo logistico delle Gazzate. Se ciò significa libertà di esprimere un voto favorevole o contrario al progetto ci pare un’ovvietà: essa dovrebbe valere sempre, visto che è costituzionalmente garantita. Se invece si vuole ridurre a fatto personale e non politico l’eventuale dissenso su una proposta controversa, ma fortemente sostenuta dalla Sindaca, allora il “voto personale” appare più come un escamotage per coprire l'ennesimo sfaldamento della propria maggioranza, finalizzato al mantenimento del “potere” anche in condizioni di minoranza numerica.

Sulle altre questioni sollevate dalla Sindaca nell’intervista, le nostre posizioni sono oramai note: ribadiamo la nostra ferma contrarietà al polo logistico delle Gazzate e al grande insediamento commerciale/produttivo del Fondo Consolata, così come a tutte le trasformazioni urbanistiche contrarie agli obiettivi dello sviluppo sostenibile, della riduzione dell'inquinamento atmosferico, della riduzione del consumo di suolo, della tutela dell'ambiente e della mitigazione del cambiamento climatico. Occorre recuperare, sull'area produttiva pubblica dell'ex PIP Gazzate, una visione d’insieme innovativa, che tenga conto dell’alluvione, della qualità urbana e ambientale e della tutela del territorio, ridisegnando quell’area e considerando la possibilità di concentrare ed eventualmente spostare su di essa, rinnovandole, vecchie previsioni urbanistiche divenute oggi inadeguate.

Per questi motivi abbiamo sempre sostenuto l’urgenza di mettere finalmente in campo il nuovo strumento urbanistico (PUG) prima di avviare trasformazioni che, seppure già previste, risultano oggi incoerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di riduzione del consumo di suolo e con le fragilità che il territorio di Nonantola ha evidenziato in questi ultimi anni (dal 2012 si sono succeduti terremoto, trombe d’aria e alluvione). L’ostinazione della Sindaca (che detiene anche la delega all’Urbanistica) ad escludere dal PUG il PIP Gazzate e il Fondo Consolata è per lo meno sconcertante, soprattutto considerando che il nostro territorio vive tuttora gli effetti di un’alluvione “improvvisa” e “inaspettata” che, per molti cittadini, ha costituito un prima e un dopo, creando insicurezza e precarietà economica.

Per quanto riguarda la situazione dei rimborsi post-alluvione, tutti ricordiamo le affermazioni, fatte all’indomani dell’evento dalla Sindaca (e dal Presidente Bonaccini), che i cittadini colpiti avrebbero avuto subito rimborsi al 100%. Dopo un anno e mezzo la situazione reale è ben diversa: oggi solo poche centinaia delle oltre 1.800 domande sono state evase da uno Sportello Alluvione appositamente costituito… con personale precario e inesperto, somministrato da agenzie interinali, caratterizzato da frequente turnover, che ovviamente non aiuta ad accelerare le procedure. Una precarietà come precisa scelta politica, perché pur avendo la possibilità d'assumere personale stabile per oltre 300 mila euro all'anno (magari proprio per potenziare gli uffici che si occupano delle pratiche relative ai rimborsi), la Giunta ha deliberato di dare all’Unione del Sorbara… parte di queste assunzioni!

Precarietà e improvvisazione che sembrano contraddistinguere la capacità decisionale di un’amministrazione, che anche sulla stazione dei Carabinieri non riesce ad elaborare una proposta risolutiva. Su questo tema abbiamo proposto di avviare un ragionamento sulla “Casa dei tre Comuni” di via Provinciale est, un edificio di proprietà pubblica attualmente inutilizzato, per il suo recupero a nuove funzioni, coinvolgendo l’Arma, la Prefettura, i Comuni proprietari e i cittadini per affrontare in maniera efficace e duratura sia il suo recupero a questo fine, sia il tema della ripartizione degli oneri fra i diversi soggetti.

Il nuovo assetto della Giunta, con un Sindaco che rientra parzialmente al lavoro e un neo-assessore che acquisisce nuove deleghe, saranno sufficienti a recuperare l’arretrato accumulato in questi anni e ad uscire dalla precarietà amministrativa e politica che sta impoverendo Nonantola?

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“(…) la caserma può rimanere dove oggi è collocata fino al 31/12/2023 e non vi è da parte dell’Amministrazione ancora alcun progetto di investimento su nuova costruzione”. Era l’agosto del 2018 e così rispondeva la Sindaca, senza nascondere la propria irritazione verso chi osava disturbare il manovratore con futili questioni, a un’interrogazione del consigliere Panzetti. Già a suo tempo (ottobre 2018) avevamo sottolineato che le certezze ostentate, con una buona dose di supponenza, non avevano basi solide e infatti, neanche tre anni dopo, ecco che il quadro rassicurante si scontra con la dura realtà dei fatti: nel giugno del 2021, per effetto di uno sfratto esecutivo, la Stazione dei Carabinieri di via Salvo D’Acquisto cessa la propria attività a Nonantola e viene aperto un front office provvisorio in via Natale Bruni, con funzioni e orari ridotti.

Il tema è tornato alla ribalta dopo la presentazione di un Ordine del giorno nel Consiglio Comunale del 28 luglio scorso da parte di Forza Italia, dove viene evidenziata quanto sia indispensabile e prioritaria la realizzazione di una nuova Stazione dei Carabinieri. L’Ordine del giorno indica due modalità per realizzarla: o direttamente dall’Amministrazione con risorse proprie oppure attraverso un project financing con un partner privato, dopo aver verificato presso la Corte dei Conti l’ammissibilità della spesa, visto che il Comune si sostituirebbe al Ministero degli Interni nella costruzione della Stazione. Tutti i gruppi consigliari hanno espresso voto favorevole, ad esclusione di Nonantola Progetto 2030 che si è astenuta, per il semplice motivo che non risulta chiaro… chi paga.

Nonantola Progetto 2030 è sempre stata favorevole al mantenimento della Stazione dei Carabinieri sul territorio, quindi sono fuori luogo i richiami, più o meno paternalistici, alla collaborazione o all'importanza del tema. Ognuno si assuma le responsabilità delle scelte fatte o non fatte nel corso dell’attuale e della precedente legislatura: non è il primo servizio territoriale che Nonantola perde negli ultimi anni, pensiamo per esempio alla fine che ha fatto il CUP. Nonantola Progetto 2030 riconosce la necessità, per la sicurezza dei cittadini, che il Comune si faccia parte attiva e crei le condizioni affinché le Forze dell'Ordine presenti sul territorio abbiano sedi idonee e luoghi adeguati per svolgere la loro funzione, ma non con assunzioni di impegni – anche di spesa – unilaterali, come si legge nell’Ordine del giorno. Da troppo tempo abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo permanente con la Prefettura, l’Amministrazione e il Consiglio Comunale che affrontasse in maniera efficace e duratura sia il problema della collocazione della Stazione, sia quello della ripartizione degli oneri fra i vari soggetti, così da addivenire ad un accordo di programma soddisfacente per tutti. Invece, viene sottoposto al Consiglio Comunale un Ordine del giorno che impegna il Comune ad “avviare uno studio di fattibilità per realizzare direttamente la stazione a proprie spese e/o attraverso un project financing con un costruttore privato, dopo aver verificato l’ammissibilità di questa operazione da parte della Corte dei Conti”! Su questo specifico punto abbiamo espresso la nostra perplessità, anche in considerazione della discussione precedentemente svolta sull’assestamento di bilancio che esprimeva un quadro poco rassicurante per il nostro bilancio comunale!

Tuttavia, a chi ci richiama ad essere “più propositivi”, ecco alcune indicazioni di lavoro: perché non avviare un ragionamento sulla “Casa dei tre Comuni” di via Provinciale est, edificio di proprietà pubblica attualmente inutilizzato che necessita di opere di ristrutturazione, per il suo recupero a nuove funzioni, coinvolgendo l’Arma, la Prefettura, i Comuni proprietari, i cittadini e il Politecnico di Milano che aveva già presentato nel 2019 un interessante progetto di recupero dell’edificio? Molti sarebbero i vantaggi: recupero di un edificio di pregio, nessun consumo di nuovo suolo, valorizzazione delle aree circostanti, utilizzo di tecnologie innovative, possibilità di attirare le risorse statali del programma di rinnovo del patrimonio infrastrutturale dell’Arma, finalizzato alla costruzione di nuove caserme di proprietà e denominato ‘Casa del Carabiniere 2030’.

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Nonantola: presto in Consiglio le varianti urbanistiche per il polo logistico delle Gazzate e il per il centro produttivo/commerciale Fondo Consolata

Nel marzo scorso avevamo chiesto, con una lettera aperta, che l'Amministrazione non procedesse all'insediamento di nuove attività economiche ad elevato impatto ambientale prima della formazione e della discussione del nuovo Piano Urbanistico Generale. Ci riferivamo a due grandi insediamenti urbanistici che a nostro avviso avrebbero provocato pesanti ripercussioni negative per tutta la collettività: il polo logistico delle Gazzate e l'insediamento produttivo/commerciale della Consolata. Il primo, su un'area di 140 mila mq posta a sud di via Zuccola, prevede un grande polo dedicato alla logistica conto terzi su gomma con 70 baie di carico e 1.400 passaggi mensili di camion che si riverseranno sul punto più critico per la mobilità nonantolana. Il secondo interesserà un'area di oltre 90 mila mq posta fra il fiume Panaro e la rotatoria Modena con insediamenti commerciali e produttivi collocati fuori dal perimetro della tangenziale. Entrambe le zone sono state interessate dall'alluvione del dicembre 2020.

Non solo a questa nostra richiesta non è stata data risposta, ma nemmeno si è aperto un dibattito pubblico che coinvolgesse la comunità di Nonantola su scelte così impattanti per il territorio. Con i privati, invece, si è già concluso un accordo di prevendita per i terreni del polo logistico e i due progetti sono in avanzato stadio di definizione. Il Consiglio comunale di Nonantola, finora tenuto ai margini dei processi decisionali, sarà chiamato, nei prossimi mesi, a votare le varianti urbanistiche necessarie alla loro realizzazione.

Va ricordato che il Consiglio comunale di Nonantola, nella seduta del 15 giugno u.s. ha approvato una mozione che impegna l'Amministrazione comunale a fornire, in allegato alle varianti urbanistiche, una stima dei loro “costi nascosti” dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici che il suolo impermeabilizzato non è più in gradi di fornire. Un ettaro di terreno agricolo o naturale assorbe infatti circa 90 tonnellate di carbonio, è in grado di drenare 3.750.000 litri d’acqua e, se coltivato, può sfamare 6 persone per un anno. Consumare suolo significa perdere produzioni agricole, produzione di legname, sequestro e stoccaggio del carbonio, qualità degli habitat, impollinazione, regolazione del microclima, rimozione del particolato e dell’ozono, disponibilità di acqua, regolazione del regime idrologico. In altre parole significa perdere ecosistemi che oggi svolgono gratuitamente questo servizio e quindi per noi un costo economico che l'ISPRA (istituto del Ministero per l'Ambiente) valuta in 100 mila euro annui per ettaro perduto: una perdita di 1,3 milioni di euro all'anno per i progetti sopra descritti.

Se al tema del consumo di suolo si aggiunge l'ulteriore criticità evidenziata da ARPAE (agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia) che già oggi classifica Nonantola come zona “hotspot” (superamenti dei limiti di legge di PM10 o NOx) per l'inquinamento da polveri sottili, ci rendiamo conto che i due progetti, con la loro mole di traffico aggiuntivo in particolare sulla via Nonantolana (fino al 15% di incremento secondo le stime della Provincia di Modena), non potranno che aggravare una situazione già critica, la nostra, con ulteriori rischi per la salute della nostra comunità.

Per tutte queste ragioni, le associazioni e le liste firmatarie ribadiscono la loro ferma contrarietà alla realizzazione di queste opere e chiedono al Consiglio comunale di evitare responsabilmente trasformazioni urbanistiche contrarie agli obiettivi dello sviluppo sostenibile, della riduzione dell'inquinamento atmosferico, della riduzione del consumo di suolo, della tutela dell'ambiente e della mitigazione del cambiamento climatico.

Le liste civiche firmatarie: Movimento 5 Stelle Nonantola, Nonantola Libera, Nonantola Progetto 2030, Una mano per Nonantola e le associazioni firmatarie: Comitato Ambiente è Salute - Nonantola, Comitato cittadini alluvione Nonantola, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta Modena, Giunchiglia-11, Iniziativa Nonantolani, Legambiente Nonantola, nanoGAS, Rinascere APS.

La stampa locale in questi giorni è stata letteralmente monopolizzata dalla notizia della chiusura parziale, per almeno sei mesi, del ponte di Sant’Ambrogio che sicuramente avrà pesantissimi contraccolpi sulla mobilità di tutto il territorio circostante Castelfranco. I numeri del traffico veicolare sono davvero ingenti e i tempi richiesti per gli interventi sul ponte sono altrettanto impegnativi, per cui legittimamente i sindaci hanno lamentato il mancato coinvolgimento, da parte di ANAS, nella programmazione dei lavori. Ai sindaci e alla Provincia, si sono poi uniti le associazioni di categoria, le associazioni di tutela dei consumatori, l’Auser e il PD nel manifestare forte preoccupazione per le conseguenze che graveranno sull’intera popolazione, visto l’accentramento di molti servizi su Modena, compresi quelli emergenziali.

Comprendiamo e condividiamo le rimostranze per la cattiva abitudine di ANAS (purtroppo non sola!) di agire senza relazionarsi con le comunità locali, mostrando anche scarso rispetto delle istituzioni e, altrettanto, condividiamo l’allarme per la situazione che si determinerà per diversi mesi, ma vogliamo anche aggiungere una considerazione che non è ancora emersa nel dibattito pubblico: come e quando saranno avviati gli altrettanto urgenti processi virtuosi di mobilità alternativa al traffico veicolare su gomma, di decarbonizzazione, di lotta all’inquinamento da polveri sottili, di mobilità sostenibile che potrebbero, oltre a contribuire a fermare il cambiamento climatico, mitigare i disagi nel momento in cui venga interrotta l’“ordinaria” circolazione su strada?

A proposito di “ad maiora, semper”, se davvero si vuole uscire da una situazione oggettivamente difficile e compromessa per dedicarsi a cose più grandi, anche i nostri comuni dovrebbero mettere in campo azioni innovative ed efficaci per favorire la transizione energetica, attingendo ai fondi del PNRR e a quelli complementari, e trasformare la chiusura temporanea del ponte di Sant’Ambrogio in occasione per avviare un gioco di squadra avanzato che punti a rivedere la pianificazione della mobilità territoriale insieme alla città di Modena, al Distretto del Sorbara, alla Provincia, alla Regione, all’Agenzia per la Mobilità di Modena e a Trenitalia verso la riduzione netta e permanente del traffico veicolare privato a favore di quello pubblico e sostenibile.

Nonantola Progetto 2030 ritiene che la politica non debba utilizzare le sempre più frequenti crisi (ambientali, economiche, sociali) per incanalare rabbia e disagio verso soluzioni di comodo al solo scopo di accrescere il peso elettorale, o peggio, per organizzare il consenso attorno ai leader, ma deve cambiare, in meglio, lo stato presente delle cose. La crisi ambientale è diventata, oggi, il problema da risolvere. Tutti noi sentiamo il compito di fornire soluzioni concrete ed immediate, per cui avanziamo alcune proposte:

  1. Se la Germania ha già deciso di favorire il trasporto pubblico, offrendo ai cittadini l’uso sostanzialmente gratuito dei mezzi, perché non sperimentare, nei sei mesi di durata dei lavori, per poi eventualmente consolidarla in maniera definitiva, una politica tariffaria agevolata per la tratta ferroviaria Castelfranco - Modena e viceversa, correlando i percorsi stazione ferroviaria/lavoro con adeguati percorsi ciclabili?
  2. Dovendo intervenire sul ponte, perché non pianificare da subito interventi per favorire la mobilità ciclabile verso Modena?
  3. Perché non progettare, insieme ad ANAS e Provincia, percorsi agevolati e riservati al trasporto pubblico e, insieme ai gestori, mettere in campo politiche tariffarie “concorrenziali”, in termini di costi e tempi, con il trasporto individuale?

Il tempo di agire è ora. Cogliamo quest’occasione per ragionare a tutto campo di mobilità e di percorsi casa-scuola-lavoro divenuti insostenibili già da decenni. Non servono soluzioni temporanee per poi tornare al solito vecchio modello (quello delle bretelle Campogalliano-Sassuolo, della Cispadana e dei poli logistici, per essere chiari), occorre affrontare il problema della decarbonizzazione alla radice.

L'esito della discussione sulla sfiducia alla Sindaca Nannetti ha certificato a nostro parere tre risultati: 1) la Sindaca rimane in carica grazie ai soli voti espressi dai 7 consiglieri PD contro la sfiducia a fronte dei 16 componenti eletti complessivamente in consiglio comunale; 2) la conferma che questa Giunta non ha una maggioranza precostituita in Consiglio comunale; 3) la richiesta di cambiamento rimane inascoltata.

Il dibattito in consiglio comunale ha evidenziato come le questioni politico-programmatiche e di metodo poste al centro della mozione di sfiducia siano ancora tutte in campo. Il PD e la Sindaca, invece che dare risposta ai problemi posti, hanno tentato di ricostruire la vecchia maggioranza esercitando una fortissima pressione sulla lista Una mano per Nonantola, pressione incentrata esclusivamente sull’etica del rispetto delle alleanze elettorali, come se tali alleanze fossero un dogma e non avessero invece bisogno della concretezza del fare e della condivisione nelle scelte strategiche di governo. Si è addirittura arrivati a derubricare a “normale dialettica democratica” tra maggioranza e opposizione il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale su questioni di grande rilevanza per il nostro paese. Ci ha colpito, come ha fatto giustamente rilevare il consigliere del Movimento 5 Stelle in sede di dichiarazione di voto, l'assenza di un pur minimo accenno a possibili responsabilità proprie della Sindaca e del PD al determinarsi di questa situazione.

Come si fa a sostenere che sia normale dialettica democratica il non rispondere alla domanda, più volte rivolta alla Sindaca, sul come e perché dal 2018 al 2022 non avesse ritenuto opportuno (noi diciamo doveroso) relazionarsi con il Consiglio comunale sulla decisione di vendere al privato un intero comparto di proprietà pubblica prima di esprimere il suo voto favorevole nel CdA del Consorzio Attività Produttive? Possiamo definirla sana dialettica fra maggioranza e opposizione? Fra Giunta e Consiglio Comunale? Come fa il PD a non comprendere che una scelta così strategica presa autonomamente dal Sindaco senza alcun confronto con le forze politiche che i cittadini hanno eletto all’Amministrazione del Comune sia un fatto abnorme e senza precedenti per Nonantola? Può il Consiglio Comunale essere chiamato a pronunciarsi: 1) dopo il preaccordo di vendita; 2) dopo la presentazione del Piano da parte della nuova proprietà; 3) dopo la prima seduta della Conferenza dei Servizi fra gli Enti? La mozione di sfiducia trova le sue origini proprio nelle relazioni squilibrate (qui sta la sproporzione…) fra il decisore (Sindaco) e l’organo di indirizzo e controllo (Consiglio Comunale), senza alcuna distinzione fra quanto abbia valenza strategica per un territorio e quanto, invece, possa rientrare nella quotidianità amministrativa.

Questo i cittadini devono sapere e, a loro volta, chiederne ragione al Sindaco, perché la volontà popolare si esprime compiutamente solo attraverso i corretti rapporti di convivenza politica e sociale della comunità. Le forme e i limiti con cui si esercita la sovranità (Art. 1 della Costituzione) sono una cosa seria ed attuale, non un ferrovecchio da riesumare solo quando “…ci sono le condizioni per una discussione composta”. Secondo Norberto Bobbio “la democrazia è il potere del Pubblico in pubblico”, con ciò intendendo che essa consiste nel rendiconto quotidiano nell'esercizio del potere. A Nonantola da tempo questo non succede più. Per questo chiediamo ai cittadini di vigilare sul buon funzionamento del Consiglio Comunale, affinché nel rispetto delle reciproche prerogative, maggioranza e opposizione rappresentino una comunità inclusiva e lavorino, attraverso una sana e trasparente dialettica istituzionale di proposta e confronto, per il perseguimento del bene comune.

Esprimiamo tutta la nostra comprensione a Una mano per Nonantola per gli attacchi subiti, ma non condividiamo la loro decisione di astenersi sulla mozione di sfiducia da loro prima sollecitata e poi sottoscritta insieme alle altre tre forze politiche di opposizione. Rileviamo tuttavia che il loro voto di astensione lascia intravedere una insoddisfazione di fondo nelle non risposte avute, almeno pubblicamente, da PD e Sindaca.

La posizione tutta politicista di Forza Italia, che derubrica il dibattito in Consiglio ad un conflitto nel centrosinistra per le poltrone, non merita commenti.

Abbiamo letto e ascoltato con grande attenzione le ragioni e le motivazioni che PD e Sindaca hanno espresso nelle ultime settimane. A quei cittadini che hanno espresso legittimamente preoccupazione si è chiesto di schierarsi in modo acritico, eludendo il merito dei problemi posti e fingendo che “gli irresponsabili” li inventassero. Alle forze politiche che hanno posto, certo in modo duro, seri e reali problemi politico-programmatici, non si è data alcuna risposta convincente. Lo dimostra il fatto che solo il PD si è schierato pienamente contro la sfiducia. Si è costruita ad arte l'alternativa secca Sindaca o commissario, senza nemmeno provare a praticare, con coraggio, la terza opzione, cioè affrontare i problemi posti attuando quella discontinuità d’azione necessaria al nostro paese. La possibile costituzione di un campo largo progressista poteva segnare un passo in avanti sia sul terreno politico, sia sul terreno democratico della partecipazione e della condivisione delle scelte. Forse per paura, per istinto conservatore o per arroganza il PD ha preferito guardarsi indietro riproponendo vecchi e logori schemi che portano, come abbiamo visto negli ultimi anni, staticità e arroccamento politico, incertezza programmatica, ritardi e frammentazione dell’azione di governo.

Le questioni cruciali per Nonantola sono ancora tutte sul tavolo, e non si intravedono soluzioni: la discussione sul fondo Consolata, cui non ci siamo mai sottratti presentando proposte circostanziate che, dopo l’alluvione, vanno sicuramente riviste e relazionate al PIP Gazzate; la Caserma dei Carabinieri, ancora in alto mare, per la quale proponiamo un progetto fondato sulla rigenerazione urbana (la zona in stato di quasi abbandono di Via Walter Tabacchi a nostro giudizio potrebbe essere presa in seria considerazione), attingendo anche ai fondi del PNRR e/o del Ministero della Difesa; la situazione del rimborso danni per l'alluvione, che procede lentamente e richiede un costante monitoraggio; il Piano Urbanistico Generale, che dopo 10 anni di stop è faticosamente ripreso, con scarsa adesione dei cittadini, anche per la completa assenza di linee di indirizzo politiche assunte dall’Amministrazione (ad oggi, nessun Consiglio Comunale è stato investito dell’argomento) e di un quadro conoscitivo ancora incompleto; quest’anno infine ricorderemo il decennale del terremoto senza che del palazzo comunale sia stata mossa una pietra.

Per Nonantola Progetto 2030 la sfida positiva rimane aperta. Continuiamo a pensare che il nostro paese abbia bisogno di una svolta, che necessiti di un salto di qualità per potersi rilanciare e ritrovare smalto innovativo ad ogni livello: partecipativo, culturale, formativo, sociosanitario, ambientale ed economico. Siamo pronti a fare la nostra parte, a lavorare, anche da posizioni diverse, con chi intenda produrre quel cambiamento necessario al rilancio del nostro paese, fermo da troppo tempo. Riprendiamo serenamente la nostra attività dai banchi dell’opposizione, senza cadere nelle intimidazioni di querele e azioni giudiziarie, perché siamo convinti che siano le diversità di idee e di proposte, accompagnate dal confronto e dal rispetto, a dare forza ad un progetto di comunità coesa e solidale. Rimaniamo dell’idea che senza il fondamentale contributo di Nonantola Progetto 2030, il tema delle aree sarebbe rimasto sottotraccia e sottratto al dibattito pubblico fino all’ultimo, quando sarebbe sbucato improvvisamente in Consiglio comunale e sottoposto alla roulette dei numeri senza il necessario, faticoso, ma fondamentale dibattito con i cittadini. Su questa linea, ci assumiamo fin da ora l’impegno di coordinarci con le forze politiche progressiste e con le associazioni del territorio per promuovere e costruire momenti pubblici di confronto con i cittadini su questi fondamentali temi.

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Nella Commissione urbanistica dello scorso 28 gennaio, la Sindaca ha affermato che il Consorzio Aree Produttive – ente pubblico di cui il Comune di Nonantola è socio – ha la necessità di rientrare dall’esposizione finanziaria a seguito dell’investimento fatto negli anni 2009 - 2011 per acquisire le aree del PIP Gazzate, esposizione che ammonterebbe a circa 4,2 milioni di euro come ha dichiarato il Direttore del Consorzio nel corso della stessa Commissione. Secondo la Sindaca, tale esposizione giustificherebbe, almeno sul piano finanziario, la cessione delle aree PIP Gazzate alla società O&N, che si è dichiarata interessata ad acquistare in blocco i terreni per realizzare un nuovo polo logistico.

Le dichiarazioni rese in Commissione mostrano, a nostro giudizio, alcune incongruenze rispetto a quanto si legge in una delibera del Consiglio di Amministrazione del Consorzio (14 novembre 2018, oggetto n. 23): in tale delibera si evince infatti che in data 31 marzo 2010 il Consorzio riceveva dai proprietari, “in luogo di esproprio” la quasi totalità delle aree del PIP (132.774 mq), mentre la rimanente parte, consistente in tre lotti (15.139 mq), rimaneva nelle disponibilità dei proprietari con l’impegno del Consorzio, a titolo di indennizzo, a “eseguire le urbanizzazioni relative a tali lotti”. In altre parole, nel 2010 il Consorzio sembrerebbe entrare in possesso del 90% delle aree del PIP Gazzate con il solo impegno di urbanizzare tre lotti privati “nell'ambito delle opere di urbanizzazione dell'intero comparto”, senza quindi esporsi di un solo euro fino al momento della realizzazione del comparto.

Nella stessa delibera il Consorzio modifica il piano finanziario del PIP Gazzate sulla base dell’offerta avanzata dalla società O&N. Quest'ultima si impegnerebbe ad acquistare in blocco sia i terreni acquisiti dal Consorzio per esproprio, sia i tre lotti rimasti ai precedenti proprietari alla cifra complessiva di 7,1 milioni di euro, risolvendo così il decennale problema della mancata realizzazione del comparto. La cifra complessiva sarebbe ripartita in 5,5 milioni per il Consorzio e 1,6 milioni per gli ex-proprietari.

Stando a questi documenti, si delineerebbe un quadro economico molto diverso da quello illustrato in Commissione urbanistica il 28 gennaio scorso: non si tratterebbe quindi della necessità di rientrare da una decennale esposizione finanziaria del Consorzio (l’esposizione è casomai degli espropriati), ma di mettere all'attivo una sorta di plusvalenza da 5,5 milioni di euro per il Consorzio stesso in caso di conclusione positiva dell’affare con la società O&N. Quest’ultima ipotesi, però, richiede l’approvazione da parte del Consiglio comunale della variante urbanistica che elimini i precedenti vincoli e trasformi il PIP Gazzate in polo logistico.

A nostro giudizio manca, in questa proposta, non solo una logica urbanistica coerente con l'obiettivo di sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile, ma anche la necessaria chiarezza sugli aspetti finanziari che la sottendono.

(Gli atti relativi alla variante PIP Gazzate sono disponibili sul sito del SUAP dell'Unione del Sorbara)

L’Art. 53 della legge urbanistica regionale disciplina un procedimento per l’approvazione di opere pubbliche o trasformazioni di insediamenti produttivi, comportanti la localizzazione di opere non previste dal PUG o in variante alla pianificazione territoriale preesistente.

Il procedimento riguarda due tipi di progetti:

  1. opere pubbliche di rilievo regionale, metropolitano, d’area vasta o comunale;
  2. interventi di ampliamento e ristrutturazione di fabbricati adibiti all’esercizio di impresa, o nuove costruzioni in prossimità di attività economiche già insediate.

Sul sito web della Regione Emilia-Romagna c’è una pagina dedicata al monitoraggio degli interventi ex Art. 53, perché è evidente che tale articolo, pur essendo stato classificato dal legislatore fra gli strumenti di pianificazione, può costituire una sorta di “passepartout” rispetto alla pianificazione esistente, perché consente di costruire in deroga alle previsioni di piani urbanistici preesistenti, comportando quindi potenziale consumo di suolo.

Riportiamo qui una sintesi degli interventi ex Art. 53, elaborati sui dati del citato monitoraggio, che comportano impermeabilizzazione di nuovo suolo, eseguiti dal 2018 al 2021 in Regione e in Provincia di Modena, suddivisi per tipologia (opere pubbliche e ampliamenti/ristrutturazione di imprese).

Impermeabilizzazione di nuovo suolo a seguito di interventi ex Art. 53 della legge urbanistica regionale. Valori in mq suddivisi per anno e tipologia di intervento (pubblico o produttivo) in Provincia di Modena e in Regione Emilia-Romagna (fonte: Regione Emilia-Romagna, Monitoraggio art.53 L.R 24/2017).

Questo monitoraggio è utile per capire quali sono le reali dimensioni del polo logistico che l’Amministrazione intende autorizzare presso l’area ex-PIP Gazzate e che si inserisce negli interventi autorizzati attraverso l’Art. 53 della legge urbanistica. Infatti, se confrontiamo la superficie impermeabilizzata dagli insediamenti previsti sul polo logistico (85.000 mq) con quella impermeabilizzata dalle attività produttive negli ultimi quattro anni nell’intera Provincia di Modena (91.040 mq), ci rendiamo conto del reale impatto di questo intervento su una realtà già fragile come quella di Nonantola.

Leggendo le prese di posizione (anche autorevoli) apparse in questi giorni sulla stampa locale, abbiamo la netta sensazione che i commentatori non abbiano letto il testo della mozione presentata al Consiglio Comunale di Nonantola da Movimento 5 Stelle, Una mano per Nonantola, Nonantola Progetto 2030 e Nonantola Libera per chiedere la sfiducia del Sindaco di Nonantola, dove la stessa viene motivata a seguito delle “pesanti difficoltà nell’esercizio delle prerogative in capo al Consiglio Comunale quale organo di indirizzo e di controllo politico- amministrativo dell’ente locale (art. 42 del TUEL), che consiste nella partecipazione alla definizione dei fini politico amministrativi dell’Ente”. È questo il punto cruciale che determina la richiesta di sfiducia, quindi non nella persona Sindaco, ma nelle modalità con cui ha svolto e svolge le sue funzioni e che, a giudizio dei firmatari, “pregiudica il corretto funzionamento democratico dell’Ente”. Non sono irresponsabilità, mire di potere o disfattismo a muoverci, ma il fermo convincimento che le istituzioni democratiche debbano agire nella trasparenza dell’azione e nel coinvolgimento di tutte le istanze di rappresentanza e di raccordo con i cittadini. Pur condividendo le preoccupazioni espresse da molti per le conseguenze che l’eventuale sfiducia provocherebbe con lo scioglimento del Consiglio Comunale e il Commissariamento, siamo altrettanto preoccupati per lo svuotamento dell’azione amministrativa, soprattutto in termini di progettazione e programmazione strategica, in una fase storica che richiederebbe il massimo impegno delle istituzioni nella lotta ai cambiamenti climatici e alla costruzione di modelli socio-economici più sostenibili e più equi. Lo chiedevamo nella Lettera aperta per uno sviluppo urbanistico sostenibile del territorio, fermamente convinti che anche l’Ente locale “possa e debba svolgere un ruolo decisivo, attraverso l’urbanistica, nell’indirizzare lo sviluppo della città verso la sostenibilità ambientale, in quanto governa l’uso del territorio, i trasporti, la mobilità e i consumi energetici”.

Ferme restando le motivazioni che hanno portato alla presentazione della mozione di sfiducia, che rimangono e non si possono cancellare, ritenendo altresì necessario rispondere agli interrogativi e alle inquietudini oggettivamente determinatesi, chiediamo al Sindaco e al Partito Democratico risposte precise e formali ai seguenti punti:

  1. che non vengano portati alla discussione e alla approvazione del Consiglio Comunale atti relativi agli insediamenti produttivi di nuove attività economiche ad elevato impatto ambientale (polo logistico sull'area del PIP Gazzate e comparto del Fondo Consolata), a maggior ragione in assenza delle nuove normative e dei nuovi vincoli derivanti dall'adeguamento ai rischi idrogeologici del territorio legati al PUG e che la discussione sulla rigenerazione e possibile sviluppo dell’area artigianale/industriale sia inquadrata nella più ampia pianificazione di area vasta, sempre nel rispetto degli obiettivi di perseguire la transizione ecologica e la sicurezza del territorio;
  2. che vengano prontamente portate alla discussione del Consiglio Comunale, come già è stato richiesto, le linee di indirizzo del PUG e che venga condiviso compiutamente con il Consiglio stesso lo stato di definizione del quadro conoscitivo, incluse le parti già completate, e ogni altro elemento di interesse attinente il PUG;
  3. che venga esplicitato e presentato al Consiglio Comunale un quadro preciso e dettagliato dei progetti relativi al PNRR già presentati o in via di definizione, quale sia lo stato di avanzamento e l'importo del loro finanziamento, quali siano i passaggi inderogabili da effettuare nei prossimi mesi;
  4. che venga chiarito e riferito al Consiglio Comunale, come già richiesto, quali altri adempimenti siano necessari a garantire il completamento dell'iter dei rimborsi dell’alluvione, mantenendo il personale necessario allo scopo;
  5. che vengano presentate ai Consiglieri tutte le prossime e imminenti convenzioni con enti e/o attività che necessitano di un provvedimento urgente da parte del Consiglio Comunale o della Giunta (ad esempio quello sulle società sportive).

Ribadendo convintamente la necessità di un cambio di rotta affinché si sviluppi un confronto reale tra le forze politiche all'interno (e all'esterno) del Consiglio comunale, prima della assunzione e definizione di progetti e decisioni sulle questioni più rilevanti chiediamo di lavorare perché il funzionamento equilibrato e democratico dell’assemblea comunale sia garantito da relazioni aperte e costruttive fra l’organo esecutivo (la Giunta presieduta dal Sindaco, eletto dai cittadini) e l’organo di indirizzo politico – programmatico (il Consiglio Comunale eletto, anch’esso, dai cittadini).

I sottoscritti firmatari chiedono un pronunciamento formale e ufficiale al Sindaco sui punti sopra rappresentati prima della scadenza dei termini previsti per la discussione della mozione e, in caso contrario, prenderanno atto dell’ennesima chiusura, traendone le dovute conseguenze politiche.

Movimento 5 Stelle Nonantola
Una mano per Nonantola
Nonantola Progetto 2030
Nonantola Libera

Servizio su TRC
Servizio di TV Qui

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In questi giorni, dopo la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti della Sindaca da parte di sette consiglieri comunali, abbiamo ascoltato e letto con grande attenzione le reazioni di Sindaca e PD che, da soli, non detengono più la maggioranza in Consiglio comunale. In particolare, abbiamo assistito al rilancio di alcuni concetti chiave del pensiero e delle categorie politiche della Sindaca, ossia:

  1. il Consiglio Comunale serve a poco, contano Sindaco e Giunta (scelta ovviamente dal Sindaco), tuttalpiù i consiglieri comunali possono essere informati a cose fatte e decise in altri luoghi, mentre gli assessori che abbiano qualche dissenso su scelte e modalità di lavoro, possono anche dimettersi (come accaduto);
  2. riappare con forza la categoria del tradimento, rivolta a chi dissente e l'accusa di irresponsabilità a chi critica il suo operato, invece di mettere in gioco ascolto, capacità di sintesi, valorizzazione del pensiero critico. Ogni opinione diversa viene catalogata come attacco personale, o peggio, immaginata come causa dell'immobilismo che ha caratterizzato questa legislatura;
  3. il Commissario, che andrebbe a sostituire il Sindaco sfiduciato fino a nuove elezioni, sarebbe una figura non democratica, retaggio di passati regimi.

Di fronte a queste dichiarazioni siamo sconcertati e sconfortati, perché nemmeno lo sfaldarsi della sua maggioranza, nemmeno di fronte ad un gesto forte ed estremo come quello messo in atto dalla metà dei consiglieri di area progressista, la Sindaca e il PD non vengono minimamente sfiorati dal dubbio che qualcosa sia andato storto, che qualcosa debba essere cambiato nel modo di governare e nelle scelte che vengono fatte. Solo irresponsabilità di chi pone i problemi, mentre non c'è nessuna presa di coscienza da parte di chi si è perso la maggioranza per strada. Si è sfaldata la maggioranza che si è presentata alle elezioni sulla base di un programma comune, si sono persi due assessori, eppure la Sindaca e il PD hanno fatto spallucce dicendo che il problema era personale e che sono sempre pronti ad offrire nuovi posti in giunta, purché si accetti la linea dell'esecutivo.

Oggi Sindaca e PD vogliono farci credere che il commissario bloccherebbe tutto, tralasciando di dire che il Commissario è una figura istituzionale prevista dall’ordinamento degli enti locali, nominata nei casi in cui le amministrazioni perdano la maggioranza numerica, per consentire il normale funzionamento del Comune fino a nuove elezioni. Come possiamo credere al racconto “che tutto si blocca” quando la realtà è questa:

  • il Municipio e il polo culturale sono fermi dal 2012;
  • il Piano Urbanistico Generale è in ballo dal 2014;
  • la ciclabile per Modena è ancora un segno sulla carta;
  • il progetto di una nuova caserma dei Carabinieri è, allo stato attuale, un puro sogno;
  • la sanità territoriale, nonostante la pandemia, è rimasta al palo;
  • la rigenerazione del centro storico non dà segnali di vita;
  • il problema della mobilità verso Modena è tuttora un grosso peso a carico di tutti i cittadini e contribuisce negativamente alla già pessima qualità dell’aria;
  • i cittadini alluvionati sono ancora in attesa dei rimborsi.

Eppure Nonantola non aveva un commissario, ma un Sindaco in carica e una maggioranza quantitativamente solida entrata in crisi nel giro di un anno. La diversa visione del territorio e delle sue emergenze e soprattutto l’eccessivo verticismo del Sindaco ha, come riportato nella mozione di sfiducia, “prodotto fragilità progettuale, frammentazione delle azioni e assenza di una visione lungimirante e sostenibile del territorio”. Queste sono le vere cause dei ritardi sopra elencati.

Non solo, se guardiamo ai nuovi insediamenti (fatti e/o progettati) ci accorgiamo che Nonantola, in questi anni, è diventata appetibile a forze economiche internazionali: nuovo supermercato (Conad - E.Leclerc); nuova CRA a Casette (Sereni Orizzonti Holding SpA che opera in Italia, Spagna, Germania); PIP Gazzate (30% O&N Group, multinazionale francese con sedi in India, Pakistan e Cina e 70% DSV Global Transport and Logistics, colosso danese della logistica), una dinamica certo frutto dell’andamento economico dominante, ma che l’Amministrazione locale non ha saputo (o voluto?) governare, non avendone gli strumenti (e qui la mancanza di un Ente come la Provincia si fa sentire drammaticamente), né tanto meno la volontà di perseguire il bene comune e l’interesse collettivo. Oggi il Comune di Nonantola è “una scatola chiusa”, dove il cittadino più debole si trova spesso disorientato, svantaggiato ed escluso, mentre le forze di mercato più forti trovano terreno fertile e accessi privilegiati. Vediamo un’allarmante diffusione della fragilità sociale, economica e ambientale e un’altrettanto allarmante mancanza di dialogo con i cittadini.

Vogliamo essere chiari: noi di Nonantola Progetto 2030, pur collocandoci nell'area progressista, non abbiamo sostenuto l’attuale Sindaca, memori dell'esperienza negativa fatta nella precedente legislatura. Ciononostante, abbiamo sempre cercato di dare un contributo concreto alla soluzione dei problemi. Anche negli ultimi mesi non ci siamo sottratti a questo impegno, ma mentre lavoravamo con PD e Una mano per Nonantola per cercare di mettere insieme i cocci di un vaso rottosi da tempo, c'era chi rendeva impraticabile la ricucitura, lanciandosi in modo irresponsabile e in solitaria (come sempre) in nuove avventure divisive come quelle sul PIP Gazzate, tenendo all'oscuro fino all’ultimo un po' tutti e rendendo impossibile ogni interlocuzione positiva.

Di fronte a tutto ciò siamo noi amareggiati e delusi:

  1. dalla chiusura del confronto avvenuto non in astratto, ma nei fatti;
  2. dall'incapacità dimostrata di tenere insieme una maggioranza;
  3. dall'insipienza con la quale si evita di affrontare i problemi e dalla tendenza a ricercare colpe esterne o responsabilità pregresse (ancora? dopo otto anni di governo?);
  4. da un'arroganza, forse nemmeno percepita, che colloca possibili alleati e livelli istituzionali (Consiglio comunale) ai margini dei processi decisionali, salvo poi stracciarsi le vesti se salta tutto.

Nonantola Progetto 2030 ha lavorato sia per costruire un fronte comune con le forze progressiste presenti in Consiglio (Una mano per Nonantola, Movimento 5 Stelle, Nonantola Libera), sia per cercare di avere risposte politico-programmatiche ai tanti problemi del nostro Comune aderendo ad un tavolo/laboratorio programmatico proposto da PD e Una mano per Nonantola. Il rifiuto di sospendere i progetti urbanistici più divisivi espresso di fatto a questo tavolo dalla Sindaca ci ha spinti ad allargare il dibattito ai cittadini con la costituzione di un Coordinamento per lo sviluppo sostenibile insieme alle forze progressiste e ambientaliste di Nonantola per chiedere il cambio delle politiche urbanistiche e l’avvio di un effettivo percorso di transizione ecologica. Non ricevendo risposta alcuna alla lettera aperta inviata alle istituzioni, con i consiglieri di Una mano per Nonantola, Movimento 5 Stelle e Nonantola Libera abbiamo assunto la decisione difficile, sofferta, di chiedere le dimissioni della Sindaca. Un gesto estremo, certo, ma anche un segnale estremo, che invece di essere colto ha visto la riproposizione del vecchio schemino: “se volete, un posto in giunta c’è e così avrete informazioni (forse)”, insieme agli attacchi personali verso chi originariamente era in maggioranza e oggi osa sfiduciarla. Ancora una volta siamo al dileggio e non al rispetto che merita il travaglio di una lista civica (Una mano per Nonantola che, ricordiamo, è stata determinante per l’elezione al primo turno della Sindaca) dettato non da mire personali, tanto che dice no all’assessorato fine a sé stesso, ma da profonde convinzioni di cambiamento sociale e di sostenibilità ambientale.

Nella Lettera aperta per uno sviluppo urbanistico sostenibile del territorio, riferendosi ai due insediamenti PIP Gazzate e Consolata, i firmatari invitavano il Comune ad intervenire affinché le trasformazioni del territorio fossero conformi alle norme di sicurezza (entrambi i progetti insistono su aree a rischio idraulico) e non impattassero sulla mobilità locale e intercomunale, per cui si sollecitava a “non procedere con l’insediamento di nuove attività economiche ad elevato impatto ambientale, prima della formazione del nuovo Piano Urbanistico Generale”. L’elaborazione del PUG deve essere l’occasione per pianificare uno sviluppo sostenibile e non una presa d’atto di trasformazioni già avvenute: questo avevamo chiesto insieme a Una mano per Nonantola, Movimento 5 Stelle, Nonantola Libera, Legambiente, FIAB e tante altre associazioni, ricevendo solo dei no.

Non è così che si risponde a chi vuole un Consiglio comunale dialogante. Per questo riteniamo necessario fermare il declino democratico di un’istituzione oggi chiusa ed esclusiva, che invece un largo schieramento vorrebbe trasparente e aperta ai cittadini. Con la mozione di sfiducia abbiamo assunto una decisione grave, certo, ma non irresponsabile, che vuole cambiare il modo di governare e intendere le istituzioni a Nonantola, oggi stressate da un'interpretazione verticistica e personalistica.

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Viviamo un periodo difficile, in cui all'emergenza ambientale si sovrappongono la pandemia e la crisi economica. Come se ciò non bastasse, un anno fa il nostro comune è stato colpito dall'alluvione del fiume Panaro, con gravi conseguenze sulla vita dei cittadini e delle imprese. Oggi nessuno ha più dubbi che i modelli economici della società globalizzata e interconnessa – e i suoi stili di vita – abbiano avuto e continuino ad avere importanti responsabilità in questi eventi drammatici.

Spesso percepiamo una condizione di impotenza di fronte a questi problemi globali e ci chiediamo cosa potremmo fare per dare un contributo alla lotta al cambiamento climatico. Se molto può essere fatto a livello di piccoli gesti quotidiani, come cittadini attivi e consapevoli dobbiamo però pretendere che anche le nostre istituzioni si impegnino nella transizione ecologica e nell’attuazione del PNRR, chiedendo loro l'assunzione di precise responsabilità per attivare immediatamente un cambio di direzione nelle politiche ambientali ed economiche. In particolare, il consumo di suolo – che con i suoi "costi nascosti" è causa di veri e propri danni economici messi a carico della collettività – rappresenta un’emergenza ecosistemica fortemente correlata al fenomeno del cambiamento climatico, da anni denunciato da rapporti, indagini e studi riguardanti ogni parte del mondo. 

L'urbanistica è un potente strumento nelle mani dell'Ente locale che dovrebbe indirizzare lo sviluppo della città verso la sostenibilità ambientale, in quanto governa l'uso del territorio, i trasporti, la mobilità e i consumi energetici. L'elaborazione del nuovo Piano Urbanistico Generale di Nonantola, lo strumento politico-amministrativo che caratterizzerà il nostro territorio e la nostra città per i prossimi 30 anni, può essere l'occasione per pianificare uno sviluppo sostenibile per il nostro territorio. La sua approvazione è prevista nel corso del 2022.

Il nuovo strumento urbanistico avrà inevitabilmente ricadute sui grandi interessi economici e forse non è un caso che, nelle more dell'approvazione del piano, nei prossimi mesi si concretizzeranno due nuove grandi urbanizzazioni che interesseranno la zona ovest di Nonantola: il Fondo Consolata e l’ex-PIP Gazzate. Il primo interesserà un'area di oltre 90 mila mq posta fra il fiume Panaro e la rotatoria Modena, con insediamenti commerciali e produttivi collocati fuori dal perimetro della tangenziale. Il secondo sarà collocato su un'area posta sud di via Zuccola e prevede un grande polo dedicato alla logistica conto terzi su gomma – 60 baie di carico e 1.400 passaggi mensili di camion in ingresso e uscita – che coprirà un'area di 75 mila mq di un terreno oggi occupato da un bosco spontaneo.

Come associazioni firmatarie sottolineiamo con forza, proponendoli alla valutazione e al giudizio dell’intera nostra comunità, le preoccupazioni e il timore per le conseguenze che i due nuovi insediamenti possono comportare. Riteniamo che ogni nuova trasformazione urbanistica debba portare ad un miglioramento della qualità del paese, secondo i principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, indicati negli obiettivi ONU dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Riteniamo inoltre che le azioni del Comune, e soprattutto la comunicazione istituzionale su materie così rilevanti e decisive per il futuro del nostro territorio e della nostra comunità, debbano corrispondere pienamente ed esaustivamente ai bisogni di conoscenza e di partecipazione dei cittadini in questa importante fase progettuale.

Sosteniamo poi che siano da evitare nuovi insediamenti, ed in particolare quelli produttivi, fuori dal perimetro già urbanizzato del paese, a maggior ragione se realizzati su aree ad elevato rischio idraulico; laddove ciò non fosse possibile in virtù di diritti giuridicamente consolidati, l’ente locale dovrebbe intervenire affinché le trasformazioni siano conformi alle norme di sicurezza del territorio – in coerenza con i principi di salvaguardia della permeabilità del suolo e di prevenzione del rischio idraulico – e non impattino sulla mobilità locale e intercomunale. Temiamo inoltre che l'insediamento di un polo logistico sul nostro territorio, data la natura "conto terzi" dell'attività, possa un domani intensificarsi in termini di impatto sul traffico locale, seguendo dinamiche economiche estranee al controllo delle amministrazioni locali.

Riteniamo infine che le istituzioni, anche attraverso la pianificazione urbanistica, insieme alle forze sociali e produttive, debbano esercitare appieno la funzione di governo delle dinamiche economiche del territorio, secondo i principi dell’economia circolare, indirizzandole verso attività ecologicamente compatibili che ne riducano l'impatto ambientale sul territorio e contribuiscano alla completa decarbonizzazione e utilizzo dei combustibili fossili entro il 2030.

Per quanto sopra richiamato, le scelte di insediare a Nonantola un polo logistico nell’area ex-PIP Gazzate e di realizzare un intervento misto commerciale/industriale nell’area Fondo Consolata, vanificherebbero gli intenti dell’Amministrazione locale verso la transizione ecologica di cui al PNRR e, ancora una volta, rinvierebbero al futuro la soluzione di problematiche già oggi insostenibili, quali la vulnerabilità idraulica di quelle aree, il "nodo Navicello" della mobilità da e per Modena e il problema delle emissioni di polveri sottili e di altri agenti inquinanti da parte dei mezzi di trasporto utilizzati nell’attività logistica.

Chiediamo pertanto che nella fase di formazione del nuovo Piano Urbanistico Generale, che dovrà più coerentemente rappresentare la reale situazione del nostro territorio anche alla luce delle criticità idrauliche che si sono evidenziate dopo l’alluvione del 6 dicembre 2020, non si proceda con l’insediamento di nuove attività economiche ad elevato impatto ambientale – come la logistica su gomma o gli insediamenti produttivi fuori dal perimetro urbanizzato – e che venga perseguita, con scelte urbanistiche innovative, la transizione ecologica in ogni settore, compreso quello della mobilità.

Firma anche tu la lettera aperta

Le associazioni firmatarie (in ordine alfabetico): Comitato Ambiente è Salute - Nonantola, Comitato cittadini alluvione Nonantola, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta Modena, GASlow, Giunchiglia-11, Iniziativa Nonantolani, Legambiente Nonantola, Mediterranea Nonantola, Movimento 5 Stelle Nonantola, nanoGAS, Nonantola Libera, Nonantola Progetto 2030, Rinascere APS, Una mano per Nonantola.