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Programma 2019-24 in sintesi

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LA MOBILITÀ

cambiare la viabilità - diminuire le autovetture - aumentare la ciclopedonalità - il nodo Navicello

La mobilità è uno dei maggiori problemi della nostra società, sia per il traffico, sia per la qualità dell’aria. La soluzione è la mobilità alternativa all’automobile ed evitare di costruire nuove strade.

Per il nostro territorio proponiamo:

  1. NODO NAVICELLO: serve un progetto sovracomunale di viabilità ANCHE alternativa (ciclabile per Modena, corsie preferen­ziali per trasporto pubblico) da costruire con i Comuni limitrofi;
  2. ZONE 30 km/h: da costruire attorno al centro; rivedere il piano sosta per fare posto a veri e propri percorsi ciclopedonali.
  3. COLLEGAMENTI CAPOLUOGO-FRAZIONI: le fra­zioni vanno collegate al centro con percorsi sicuri. A Casette va prioritariamente riqualificato il tratto di strada che va dal sotto­passaggio alla rotonda “Borsari”.
  4. PIANO MOBILITÀ: va elaborato con i Comuni del Distret­to, considerando anche la mobilità dolce che connetta le eccel­lenze del territorio con una rete integrata di piste ciclabili.
  5. PERCORSI SCUOLA-LAVORO-CASA: mettere in si­curezza i percorsi casa-scuola, sperimentando chiusure al traffi­co a tempo in zone specifiche, concordate con scuole e utenti. Incentivare l’uso della bicicletta per il percorso casa/lavoro.
  6. RIALLOCARE LE RISORSE STANZIATE per la realiz­zazione di opere pensate decenni fa non più utili.

SICUREZZA E CONVIVENZA

Anche a Nonantola c’è microcriminalità che spesso si allaccia a problemi di degrado sociale. Il problema va affrontato da tutti i lati, non solo da quello securitario.

Per il nostro territorio proponiamo:

  1. CASERMA: l’errore di questi anni è stato il non aver dato battaglia per far mantenere gli impegni presi al Ministero de­gli Interni. La soluzione adottata (concessione edilizia a favore del privato) sposta solo il problema al 2023: vanno portati subito a un tavolo Prefettura e Ministero degli Interni per risolvere il problema, stabilendo che le risorse necessarie per la nuova ca­serma devono essere a carico dello Stato e non dei nonantolani.
  2. TAVOLO DELLA CONVIVENZA: va istituito il Tavolo della Convivenza che raccordi i soggetti che operano in tutti i versanti della sicurezza (vigili, carabinieri, servizi sociali, scuole, associazioni sportive, ecc.).
  3. CONTROLLO DI VICINATO: deve operare nell’ambito del Tavolo della Convivenza e deve agire in stretto collegamento con tutte le forze preposte a garantire la sicurezza sul territorio.

I SERVIZI SOCIO-SANITARI

un polo socio sanitario anche a Nonantola

Le Case della Salute di Castelfranco e Bomporto non possono essere considerate esaustive della domanda di assistenza socio sanitaria del Distretto. Per rispondere alla domanda sempre più articolata con cure appropriate, occorre accompagnare l’utenza nel suo percorso di vita con un’assistenza sempre più domicilia­re e meno ospedaliera. La struttura polifunzionale di Nonantola (ex-CUP) può diventare un polo socio-sanitario per il supporto ai servizi a domicilio e ai più deboli e alle persone con handicap. Con le necessarie modifiche e recuperando a funzione sociale spazi non utilizzati o adibiti ad altre finalità, vanno riallocati in spazi più adeguati Croce Blu, AVIS, Centro Prelievi, Consultori, Neuropsichiatria Infantile, SAUB; nel nuovo Polo dovranno tro­vare spazio attività di “Medicina di Comunità e di Gruppo” in­centrate sulla collaborazione fra medico di famiglia, personale infermieristico e assistenti sociali.

Inoltre:

  1. Va sviluppata l’attività infermieristica rivolta alle cronicità, in particolare la demenza, sfruttando anche la concomitanza del Centro Diurno che deve essere potenziato;
  2. Vanno coordinate le attività domiciliari: prelievi, terapie anti­coagulanti, cure palliative;
  3. Vanno armonizzati l’erogazione e l’utilizzo dei contributi eco­nomici (nazionali e regionali) per creare un supporto alle preno­tazioni CUP per le persone più deboli.

LO SPORT

impianti sportivi: recuperare la funzione sociale

La gara di assegnazione degli impianti sportivi ha generato pro­blemi organizzativi e gestionali, soprattutto in riferimento alla funzione sociale che quei contenitori dovrebbero avere e per la quale da sempre è attivo il mondo del volontariato.

Per questo, nella prossima legislatura, è necessario:

  1. che la gara non venga riproposta come la precedente, ma sia costruita in maniera tale da valorizzare la funzione so­ciale delle attività sportive;
  2. che si costituisca una vera CONSULTA DELLO SPORT capace di elaborare un PIANO INTEGRATO DELLO SVI­LUPPO e della gestione del patrimonio impiantistico.

A questo fine servono:

  1. Un nuovo progetto di utilizzo degli spazi che tenga conto del­le nuove esigenze di tutti i gruppi sportivi nonantolani;
  2. Un adeguato progetto di ammodernamento degli impianti sportivi;
  3. Le attività presenti nei locali e negli impianti devono avere esclusivamente finalità di utilità sociale.

IL CENTRO STORICO

non solo museo: luogo di vita, di lavoro, di socialità

La riqualificazione urbana di Nonantola passa necessariamente at­traverso un recupero complessivo del Centro Storico inteso come centro vitale di identità storica, culturale e sociale di una comunità.

In particolare:

  1. MUNICIPIO: va riaperto in tempi brevi il Palazzo Salimbeni, chiuso dal terremoto 2012, quale Casa Comunale e sede degli Uffici Pubblici;
  2. POLO CULTURALE: va costruito un polo culturale presso l’ex-asilo Perla Verde che, oltre ad ospitare la Biblioteca e le Of­ficine Culturali, si collochi in un sistema integrato con l’Archivio, il Museo Cittadino, la Sala degli Affreschi, il Museo Benedettino, gli archivi (Abbazia, Partecipanza) e il Giardino della Perla Verde come sede per attività culturali ed aggregative.
  3. SALA DELLE COLONNE: va recuperata e riaperta come spazio espositivo.
  4. PIAZZA LIBERAZIONE: va completata la sua riqualifica­zione, rendendola più accessibile a tutti e pensando a un utilizzo per attività diversificate, qualificanti e aggregatrici.
  5. Va incentivata la RESIDENZIALITÀ IN CENTRO STO­RICO, recuperando edifici da tempo vuoti, con l’acquisizione pubblica o l’incentivazione verso i privati (vedi Palazzo Sertorio).
  6. TORRE DEI MODENESI: va specializzata la sua funzione come luogo della creatività e dell’arte.

Questi interventi devono interconnettersi con le altre realtà cul­turali del territorio (Villa Emma, Partecipanza, Fondazione Ora et Labora) attraverso percorsi mirati di accesso e fruizione, una segnaletica appropriata e, soprattutto, azioni sinergiche e coor­dinate di offerta culturale.

IL PARCO DELLA PACE

un bene comune da usufruire tutto l’anno

Il Parco della Pace rappresenta un bene naturalistico di tutta la comunità e deve diventare un luogo di incontro e di aggre­gazione in tutte le stagioni. Per la sua riqualificazione si deve partire dai progetti e dalle proposte nati in dal Concorso di idee indetto negli anni 2010/11 che miravano a valorizzarne sia la fun­zione naturalistica, che l’uso collettivo ridisegnando le diverse aree dedicate ai bambini, ai giovani e agli anziani.

Alcune proposte:

  1. Sistemare i percorsi pedonali in maniera che siano accessibili a tutti e in tutte le stagioni;
  2. Allocare in uno spazio adiacente al Parco una struttura ricre­ativa (bar o ristorazione) che funzioni tutto l’anno;
  3. Rifunzionalizzare il Tetraedro (baracchina) per attività sociali, per esempio connesse alla scuola;
  4. Costruire connessioni con percorsi ciclo pedonali fra i diversi Parchi / Aree Verdi / Aree sportive presenti sul territorio;
  5. Eliminare le recinzioni metalliche, garantendo la sicurezza dei bimbi con sistemi più integrati con la tipologia dell’area.

UN PAESE PIÙ SOSTENIBILE

Occorre perseguire sia la riduzione della quantità di rifiuti, che il recupero e il riciclaggio dei materiali utili in essi contenuti. Il centro storico è il punto di maggiore sofferenza, ma anche il re­sto del territorio merita costante cura e attenzione.

Per il nostro territorio proponiamo:

  1. RIDUZIONE DEI RIFIUTI: va perseguita per diminuire i rifiuti portati all’inceneritore e indebolirne l’uso. Va incrementa­ta la raccolta differenziata per il riciclaggio dei materiali, svilup­pando filiere locali di lavorazione.
  2. IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO: deve superare tutte le disfunzioni che hanno determinato gravi disagi e diventare un punto di lavorazione dei rifiuti organici del nostro territorio, con un attento controllo pubblico sul suo corretto funzionamento.
  3. PORTA A PORTA: va esteso a tutti i tipi di rifiuto urbano, vanno rimossi tutti i cassonetti stradali dal territorio comunale.
  4. RACCOLTA DEI RIFIUTI: vanno aumentate le frequen­ze dei conferimenti, istituendo un servizio personalizzato per le utenze domestiche e commerciali.
  5. DECORO URBANO: va incrementato lo spazzamento manuale con operatori dedicati alla pulizia quotidiana, in siner­gia (e non in alternativa) con il volontariato diffuso.
  6. LUOGHI PUBBLICI: dovranno essere dotati di appositi cestini di colore diverso per raccogliere in modo differenziato carta, vetro, plastica e altro.
  7. CONTROLLI: potenziati sui corretti conferimenti, coinvol­gendo il Controllo di Vicinato.
  8. CENTRO DEL RIUSO: va rafforzato come punto di una rete distrettuale che abbia nell’economia circolare il suo fondamento.

LA SCUOLA

una scuola pubblica di qualità, laica e pluralista

La conoscenza è uno strumento di crescita individuale, collet­tiva e sociale e deve tradursi nel diritto ad una scuola pubblica, per tutti e di tutti, che promuova e diffonda gli scambi culturali fra diverse identità, etnie, religioni. L’istruzione deve seguire il principio di laicità e di interculturalità, mettendo a valore le dif­ferenze e diffondendo la cultura della tolleranza, dell’ascolto e del reciproco rispetto.

Per questo proponiamo:

  1. La riorganizzazione del settore dell’istruzione in un unico as­sessorato che metta insieme scuola, cultura, associazionismo, volontariato, politiche giovanili e sport;
  2. La creazione di un Centro di Documentazione Educativa che operi con le scuole del nostro territorio e dell’Unione per coordi­nare, qualificare e integrare gli strumenti educativi;
  3. L’organizzazione di un momento di discussione pubblica comune a tutte le scuole del distretto, a cadenza annuale, per tenere alta la tensione positiva della comunità sul terreno della formazione;
  4. L’apertura di un confronto, anche pedagogico, sull’interven­to a favore delle fasce 0-3 e 3-6 anni, valutando l’introduzione di una “sezione primavera” nel plesso comunale.
  5. Potenziamento dell’offerta pubblica, per poter ridurre la di­pendenza da quella privata.

IL PIANO URBANISTICO

rigenerazione urbana e riqualificazione dell’esistente

Il Piano vigente prevede nuove zone di costruzione, con conse­guente aumento della popolazione e consumo di suolo. Eredi­tiamo problemi non risolti, progetti incompiuti e diritti acquisiti. È ora di cambiare paradigma per dare un futuro sostenibile al nostro territorio.

Il nuovo Piano Urbanistico Generale va impostato sulla RIGE­NERAZIONE URBANA e sulla RIQUALIFICAZIONE DELL’ESISTENTE attraverso:

  1. Un’attenta revisione al ribasso delle previsioni edificatorie del Piano Regolatore vigente: meno cemento, più verde.
  2. La revisione delle previsioni demografiche espansive;
  3. Pensare a Nonantola come parte di una rete di infrastruttu­re, reti urbane, mobilità, insediamenti produttivi di area vasta, con attenzione al territorio rurale e alle criticità idrogeologiche e sismiche;
  4. Recupero e riqualificazione energetica del patrimonio pub­blico (per esempio le “case popolari”) che riduca i consumi e risponda alle esigenze di una popolazione che invecchia, per esempio l’area di via Walter Tabacchi, via 25 aprile, Parco della Resistenza, ex-stazione delle corriere.
  5. Rifunzionalizzazione del centro storico recuperandolo inte­gralmente alla mobilità ciclo-pedonale, riducendo e modifican­do le zone di sosta, incentivandone la residenzialità;
  6. Riconnessione del territorio rurale e delle frazioni al capoluogo attraverso un sistema di viabilità dolce e di accessibilità ai servizi;
  7. Ricucitura urbanistica fra il centro e le sue zone adiacenti: parco della Pace, polo socio-sanitario, Partecipanza, Area ex-CO­OP, Santa Filomena, Abbazia;
  8. Tutelare del paesaggio e dei beni comuni, con particolare at­tenzione al fiume Panaro, ai canali, alle connessioni ecologiche con l’oasi del Torrazzuolo.

CULTURA E SAPERI

diritto alla cultura e accesso ai saperi

La cultura è indispensabile per la sostenibilità: creatività e inno­vazione culturale devono essere al servizio dello sviluppo, della responsabilità, dell’integrazione, del senso di comunità. L’irru­zione della tecnica e i fenomeni migratori incidono sul concetto di comunità e le comunità stesse possono progredire ed inno­vare solo se approfondiscono e rielaborano culture diverse, sen­za rinnegare storie e radicamenti territoriali.

Le nostre proposte:

  1. Riaffermare il ruolo del pubblico anche in ambito culturale.
  2. Garantire continuità ed innovazione alle “Officine Culturali.
  3. Realizzare il progetto “Torre della Creatività” presso la Torre dei Modenesi.
  4. Accelerare la realizzazione del Polo Culturale negli spazi ex-nido Perla Verde, collocando la Biblioteca in un luogo che le consenta di riprendere centralità.
  5. Individuare una nuova collocazione per la Scuola di Musica.
  6. Un diverso spazio per il Centro Intercultura perché continui ad essere punto di riferimento istituzionale per l’accoglienza dei migranti e supporto per i cittadini stranieri.
  7. Valorizzare le nostre eccellenze storico-ambientali, metten­dole a sistema con quelle del Distretto e di Modena.
  8. Dare consistenza e continuità agli eventi che caratterizzano il ca­lendario comunale: Festa della musica, Nonantola Film Festival, ecc...
  9. Aprire una riflessione sulla Fiera di Luglio che deve essere innovata nella sua caratterizzazione tipologica di Fiera dell’alle­vamento e dell’agricoltura.
  10. Approfondire il rapporto con le Fondazioni operanti sul terri­torio; in particolare, non può sfuggire la consistenza del proget­to sul Memoriale dedicato ai fatti di Villa Emma.
  11. Costruzione di una CONSULTA DEI SAPERI E DELLA CULTU­RA che coordini i diversi gruppi, individui le priorità e gli indirizzi dell’attività pubblica.

UN FUTURO PER I GIOVANI

Operare per e con i giovani: servono capacità e volontà di affian­care a loro, oltre alle realtà più tradizionali (associazionismo spor­tivo, parrocchie, agenzie pubbliche comunali) che mantengono intatto il loro immenso valore, quello di aggregazioni più informa­li e alternative, dove possano ritrovarsi anche coloro che risultano più refrattari a modalità gerarchiche e strutturate, privilegiando le relazioni paritarie, adesioni multiple, informali e flessibili.

Le nostre proposte:

  1. Mettere a sistema gli interventi diffusi nel territorio oggi divisi per aree specialistiche.
  2. Continuare ad offrire molteplici opportunità (sport, teatro, musica, giochi, letture, cinema, volontariato, ecc…) che alimenti­no lo star bene e la coesione sociale.
  3. Creare situazioni aperte e stimolanti anche per quell’area gio­vanile che non ha ancora una collocazione. Un luogo, tanti luo­ghi, spazi urbani informali e pubblici, liberi di essere progettati e che rispondano ad esigenze in continuo cambiamento.
  4. Costruire un’alleanza tra soggetti diversi, istituzioni, associa­zioni, scuola, volontariato e uno spazio di riferimento strutturato e “largo”, che stimoli consumo, azione critica e ricerca di nuovi orizzonti, possibilmente inserito nel nuovo Polo Culturale.
  5. Prevedere ogni due anni un report sulle politiche giovanili per effettuare i necessari aggiornamenti.

IL NUOVO MUNICIPIO

Palazzo Salimbeni deve ritornare ad essere al più presto sede prestigiosa e punto di riferimento per la nostra comunità. Il suo recupero è di vitale importanza per dare ai cittadini un riferi­mento che alimenti coesione, sviluppi identità e dia senso allo stare insieme della comunità.

L’URBAN CENTER

Proponiamo realizzare nel municipio un URBAN CENTER, uno spazio adibito a centro di informazione e comunicazione dell’Amministrazione Comunale. Un luogo della trasparenza e della partecipazione, dove i cittadini possano: conoscere atti e progetti riguardanti il paese, i suoi servizi e le sue dotazioni; ac­cedere alle informazioni sulla qualità ambientale; trovare spazi per i processi partecipativi.

LA PARTECIPAZIONE

Serve un “metodo di governo” per coinvolgere i cittadini nei pro­cessi decisionali; servono nuovi meccanismi di partecipazione e nuove modalità di fare politica. Vanno istituite, estese o raffor­zate le Consulte: la consulta del volontariato, la consulta dello sport, la consulta della cultura e dei saperi, l’osservatorio am­bientale, il tavolo dell’economia, il bilancio partecipativo, il tavolo della convivenza. L’Amministrazione deve costruire un sistema di relazioni informative e operative con i servizi comunali.

L’UNIONE DEL SORBARA

L’Unione deve dotarsi di un Ufficio di Piano e di Programmazio­ne per le politiche urbanistiche, ambientali e sociali, mettendo in rete le competenze già presenti nei singoli Comuni e raffor­zandole, mentre in ogni singolo Comune devono essere garan­titi i servizi di front-office.

SVILUPPO SOSTENIBILE

riconversione ecologica dell’economia e sviluppo sostenibile: anche a Nonantola è possibile!

Equità sociale e lotta alle diseguaglianze passano attraverso il cambiamento dei paradigmi che sostengono lo sviluppo eco­nomico, indirizzandoli alla riconversione ecologica e alla so­stenibilità ambientale. A livello locale è possibile agire interve­nendo sul patrimonio infrastrutturale, con miglioramenti della dotazione ambientale e delle attrezzature ecologiche.

Servono politiche integrate con la Regione per:

  1. Sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili sui tetti dei capannoni.
  2. Miglioramento dei sistemi di depurazione delle acque per non immettere nell’ambiente sostanze dannose alla salute.
  3. Abbattimento delle emissioni intervenendo sui processi produttivi con le migliori tecnologie.
  4. Risanamento degli ambienti di lavoro per garantire la salu­te di chi lavora e di chi abita esternamente.

Perché il lavoro sia “sicuro” per tutti, il Comune e l’Unione de­vono istituire un Tavolo dell’Economia che discuta sul tema del cosa produrre, come produrre, per chi produrre, improntando la riconversione del sistema produttivo all’innovazione e ricerca e intervenendo sul sistema di regole e di relazioni.

AGRICOLTURA

Occorre affrontare il tema della sua riconversione ecologica. Con la coltivazione biologica e l’allevamento improntato al be­nessere animale e alla sicurezza alimentare anche a Nonantola è possibile fare agricoltura di qualità, specialmente con la pre­senza di un soggetto economico “speciale” come la Partecipan­za Agraria.

TURISMO

La produzione agricola di qualità e la valorizzazione del paesag­gio determineranno effetti positivi anche sul turismo a Nonan­tola. La costruzione di una rete sinergica fra eccellenze architet­toniche e culturali, tappe storiche della comunità nonantolana e beni naturalistici porterà alla fruizione dei suoi prodotti eno­gastronomici con un’offerta ampia di servizi gestiti anche in col­laborazione con il Volontariato.

ECONOMIA CIRCOLARE

Occorre passare dall’economia lineare, basata sull’estrazione continua di materie prime, sul consumo di massa e sulla produ­zione di rifiuti, all’economia circolare, basata sul principio di ridu­zione dello scarto, sulla differenziazione delle fonti di approvvi­gionamento e sull’allungamento della vita del prodotto. Occorre promuovere: riduzione, recupero e riciclo dei “rifiuti”, sinergie fra i diversi gestori, messa in rete dei centri per il riuso, esperienze produttive locali legate al riciclo di plastica, carta e vetro accordi di filiera sottoscritti da aziende, associazioni, Comune.

ECONOMIA SOLIDALE

Occorre superare la fase dell’elaborazione culturale avanzando proposte concrete nel quadro di un modello sociale economico e culturale improntato a principi di eticità e giustizia, di equità e coesione sociale, di solidarietà e centralità della persona, di tute­la del patrimonio naturale e legame con il territorio.

Come ambiti di intervento proponiamo:

  1. l’abitare solidale, coniugando il recupero edilizio all’adegua­mento degli spazi di vita; attraverso lo Sportello Sociale e il Vo­lontariato, si deve lavorare per un incontro domanda e offerta che concili i diversi bisogni e offra servizi inclusivi alle persone;
  2. promozione a livello di Unione del Sorbara, di un Distretto Sociale che metta in rete soggetti economici, consumatori e gruppi di acquisto.